La natura elettromagnetica
di una Supercometa.
Foto in falsi colori del nucleo della
Supercometa ISON, immagine catturata dall’Osservatorio ISON-Kislovodsk. La natura
cometaria di questo oggetto è già stata confermata da diversi telescopi di grandi dimensioni, tra cui il telescopio
dell'Osservatorio di Maidanak. La pre-scoperta di questa cometa risale tra il 28
dicembre 2011 e il 28 Gennaio 2012, tramite i dati pervenuti dagli Osservatori Lemmon
e Pan-starss.
Per poter comprendere la “natura elettromagnetica”
di un’oggetto cometario, di classe gigante, come la ISON C/2012 S1; occorrerebbe,
per prima cosa, riflettere sugli aspetti cosmologici e sulla fisica celeste.
La prima domanda potrebbe essere; che
cosa conosciamo di una cometa?Oppure, per meglio dire, che cosa ci è permesso di conoscere riguardo i principi fisici che generano e costituiscono una cometa ?
Che cosa è, veramente, una cometa?
Per dare una risposta a tali questioni; occorre, prima, ripercorrere
assieme la “cronaca” dell’avvento delle ultime famose comete, quali: la C/2002 96P (Machholz),
la C/2002
special V1 (NEAT), la C/2006 P1 (Mc Naugh), o l’incredibile C/2011 W3 (Lovejoy).
Ma partiamo con ordine ed andiamo ad
analizzare le foto, eseguite dal Cronografo Large Angle spettrometric
observatory (LASCO) dal satellite Solar and Heliospheric Observatory (SOHO),
della Cometa Machholz
.
Ogni tanto,
il cronografo SOHO ci fa pervenire la
vista di una grande cometa mentre
effettua il suo passaggio attorno al sole.
SOHO ha visto questa cometa tre volte, ma il passaggio del 2002 è stato il più impressionante!
Nella foto si vede una grande espulsione di massa coronale (CME) appena sotto la cometa, questo CME non ha colpito la cometa ma é un chiaro segnale di come l’influenza elettromagnetica sviluppata dalla cometa stimoli ed influenzi l’attività della corona solare.
Nella foto si puo’ notare che anche il pianeta Venere ( in origine Venere era una grande cometa, catturata poi da Giove e mutatasi nell’attuale pianeta che oggi noi conosciamo, durante un periodo relativamente breve di 600 anni; fonte Velikowsky ) subisce una reazione elettromagnetica, brillando oltre il normale.
I calcoli delle simulazioni orbitali indicano come altamente probabile che una cometa in un'epoca attorno al 2.000 A.C. abbia assunto un'orbita simile a quella delle attuali comete periodiche Soho, e che in seguito a passaggi ravvicinati, fino a 0,5 UA dal pianeta Giove, abbia subito ripetute forti perturbazioni gravitazionali, frammentandosi in più oggetti; uno dei quali è sicuramente la cometa periodica 2002 96p Machholz.
La cometa 2002 96P Machholz è un
visitatore frequente, essa appartiene alla famiglia
Kracht e Marsden;
questa famiglia è composta da un gruppo di comete frammentate derivanti, in origine,
da un unico grande corpo cometario, riguardante almeno un flusso meteorico e forse anche
un’asteroide. SOHO ha visto questa cometa tre volte, ma il passaggio del 2002 è stato il più impressionante!
Nella foto si vede una grande espulsione di massa coronale (CME) appena sotto la cometa, questo CME non ha colpito la cometa ma é un chiaro segnale di come l’influenza elettromagnetica sviluppata dalla cometa stimoli ed influenzi l’attività della corona solare.
Nella foto si puo’ notare che anche il pianeta Venere ( in origine Venere era una grande cometa, catturata poi da Giove e mutatasi nell’attuale pianeta che oggi noi conosciamo, durante un periodo relativamente breve di 600 anni; fonte Velikowsky ) subisce una reazione elettromagnetica, brillando oltre il normale.
Nel 2002 il passaggio di questa cometa è stato veramente emozionante!
C'è molta polemica sulla natura esatta di questo oggetto.
La Nasa afferma che è una cometa ordinaria, ma le immagini Soho dimostrare il contrario. Sembra non essere una comune cometa, infatti molti studiosi suggeriscono si tratti di un “proto-pianeta”, il cui nucleo è paragonabile, per dimensioni, alla Luna o Mercurio ( 2300 Km).
La maggior parte degli scienziati è comunque d’accordo nell’asserire che la Neat ha rappresentato uno degli eventi piu’ importanti nella storia delle comete; di gran lunga superiore al calibro di Hale-Bopp ( 70 miglia ).Nel 2002 una forte tempesta di neve fece chiudere l’impianto NASA di Goddard (sede SOHO), ma nonostante cio’un piccolo gruppo di scienziati determinati, sono rimasti chiusi all’interno per consentire, al cronografo SOHO, di acquisire le immagini della cometa C/2002 speciali V1 (NEAT).
Il loro sforzo non è stato vano, infatti si é assistito ad un grande evento cometario.
Il passaggio della C/2002 special V1 (NEAT) ha generato una grandissima espulsione di massa coronale (CME ) che sviluppo’ adirittura un “ponte”, o un enorme filamento elettromagnetico, in direzione della coda della cometa che volava in prossimità del Sole! Questa testimonianza ha poi portato allo sviluppo dialcuni dei lavori scientifici sulle proprietà dei campi magnetici generati dalle comete SOHO.
C'è molta polemica sulla natura esatta di questo oggetto.
La Nasa afferma che è una cometa ordinaria, ma le immagini Soho dimostrare il contrario. Sembra non essere una comune cometa, infatti molti studiosi suggeriscono si tratti di un “proto-pianeta”, il cui nucleo è paragonabile, per dimensioni, alla Luna o Mercurio ( 2300 Km).
La maggior parte degli scienziati è comunque d’accordo nell’asserire che la Neat ha rappresentato uno degli eventi piu’ importanti nella storia delle comete; di gran lunga superiore al calibro di Hale-Bopp ( 70 miglia ).Nel 2002 una forte tempesta di neve fece chiudere l’impianto NASA di Goddard (sede SOHO), ma nonostante cio’un piccolo gruppo di scienziati determinati, sono rimasti chiusi all’interno per consentire, al cronografo SOHO, di acquisire le immagini della cometa C/2002 speciali V1 (NEAT).
Il loro sforzo non è stato vano, infatti si é assistito ad un grande evento cometario.
Il passaggio della C/2002 special V1 (NEAT) ha generato una grandissima espulsione di massa coronale (CME ) che sviluppo’ adirittura un “ponte”, o un enorme filamento elettromagnetico, in direzione della coda della cometa che volava in prossimità del Sole! Questa testimonianza ha poi portato allo sviluppo dialcuni dei lavori scientifici sulle proprietà dei campi magnetici generati dalle comete SOHO.
Il 25 Gen 2007, il sole è “esploso” generando
un’enorme CME, dopo un periodo di minimo solare; la Cometa McNaught ne è stata
la causa.
In questo periodo, per 8 ore, la superficie solare è rimasta molto attiva, ma le foto, registrate da Soho, sono state “occultate” nell’archivio, senza dare la possibilità di reperirle.
A testimonianza, parziale, di cio’ che succese durante il passaggio del “fenomeno Mc Naugt” si puo’ osservare nel seguente video le conseguenze degli “effetti” prodotti:
In questo periodo, per 8 ore, la superficie solare è rimasta molto attiva, ma le foto, registrate da Soho, sono state “occultate” nell’archivio, senza dare la possibilità di reperirle.
A testimonianza, parziale, di cio’ che succese durante il passaggio del “fenomeno Mc Naugt” si puo’ osservare nel seguente video le conseguenze degli “effetti” prodotti:
Video sonda stereo A:
All’inizio del video si intravede il
passaggio della chioma della cometa Mc Naugh, dall’alto verso il basso; alla
sua fuoriuscita, dal campo visivo della sonda SOHO, si incominciano a vedere le
interazioni elettromagnetiche di mercurio e subito dopo quelle di venere che,
adirittura, produce un ponte elettromagnetico
sopra di sé.
Il sole continuerà poi ad eruttare giganteschi CME, per piu’ di 8 ore; questo è indice che le dimensioni della cometa erano veramente enormi.
Il sole continuerà poi ad eruttare giganteschi CME, per piu’ di 8 ore; questo è indice che le dimensioni della cometa erano veramente enormi.
Mc Canney ricorda che…“oggetti di grandi
dimensioni come questo daranno poco preavviso ... si ricordi che l'ingresso del
PX , nel sistema solare, apparirà come una cometa enorme, un secondo sole”…
La cometa Lovejoy è una cometa radente / sungrazing ( appartenente alla famiglia kreutz ) che nonostante il suo passaggio ravvicinato nell’atmosfera solare ( 140,000 miglia di altezza dal sole ) è rimasta indenne, infatti quando è uscita dall'atmosfera solare il suo nucleo ha riacceso la chioma .
La cometa Lovejoy è una cometa radente / sungrazing ( appartenente alla famiglia kreutz ) che nonostante il suo passaggio ravvicinato nell’atmosfera solare ( 140,000 miglia di altezza dal sole ) è rimasta indenne, infatti quando è uscita dall'atmosfera solare il suo nucleo ha riacceso la chioma .
video:
Lovejoy è la prova lampante che anche
una cometa radente, della famiglia Kreut,z non è destinata a morire nel sole,
ma puo’ attraversare, molto da vicino, la sua atmosfera, uscendone, senza
essere distrutta; cosi’ come potrà fare, a breve, anche la cometa Ison.
Cio’ dipende da due fattori: la
velocità e la composizione del materiale costituente il suo nucleo.
Soprattutto il secondo fattore è sintomo che una cometa non è solo costituita da “ghiaccio sporco”, come la Nasa ed alcuni astronomi accademici vorrebbe far credere, ma il nucleo base, di una cometa, risulterebbe invece essere costituito anche da altre componenti fisiche.
Alcuni ricercatori del Max Planck per la fisica extraterrestre e dell'Università di Braunschweig of Technology, hanno ipotizzato che la cometa Lovejoy è riuscita a tenere insieme il suo nucleo attraverso il processo di degasamento sublimato del suo materiale.
Quando una cometa corre vicino al Sole, il riscaldamento e l’aumentato di radiazione solare fa sì che i materiali congelati all'interno del nucleo si sublimino, passando improvvisamente da solido a gas, saltando la fase liquida.
Nel caso di Lovejoy, che era su un percorso diretto verso il Sole, la stessa sublimazione può aver fornito abbastanza forza di reazione, causata dal degasamento (sublimazione) del nucleo vicino al Sole, agendo per tenere assieme il suo nucleo, superando cosi’ la sua rottura, malgrado l’azione delle maree solari.
Utilizzando un'equazione che prende in considerazione le forze combinate di degassamento, la composizione del materiale del nucleo della cometa, la stessa gravità della cometa e le forze di marea esercitate dalla “stretta” che la cometa esercita in prossimità del sole ( limite di Roche), si puo’ evincere il suo passaggio, inalterato, oltre il sole.
Utilizzando questa equazione, il team ha concluso che il diametro del nucleo della cometa Lovejoy è di almeno oltre le 7 miglia; qualsiasi corpo più piccolo avrebbe perso troppo materiale durante il suo passaggio (avendo una gravità troppo bassa), percio’ questo puo’ essere di buon auspicio per il prossimo passaggio della cometa Ison, dato che essa è appunto una supercometa…
Dato che almeno 10 comete radenti, della famiglia Sungrazing / kreutz, hanno raggiunto la visibilità ad occhio nudo nel corso degli ultimi 200 anni; sicuramente un altra grande cometa della famiglia Kreutz è destinata a raggiungerci a breve!
Infatti tra il 14 novembre e il 26 dicembre 2013, Ison comet coprirà la distanza tra il Sole e l'approccio vicino alla Terra ad una velocità di circa 424.000 mph ( 420.000 miglia / ora ).
Ma la domamda che ne segue è: per raggiungere una tale velocità che massa deve possedere la cometa Ison?
Vediamo di scoprirlo assieme.
Nei tre mesi precedenti il 14 novembre 2013 si assisterà l'approccio della cometa Ison al Sole, per accelerare ad una velocità incredibile; il tutto con un’angolazione perfetta, che vedrà la coda della cometa coprire la metà del cielo, in tutta la luce del giorno e le ore notturne, con una luminosità di magnitudo negativa, stimata, di tredici volte quella della Luna piena.
L'universo in cui viviamo è una manifestazione sia di complessità che di organizzazion; un insieme complesso, le cui molte parti sono legati assieme, in rapporti di scambio e di reciprocità, di emmissioni d’energia e di attrazioni.
Mc Canney, ex scienziato della NASA, esperto sulle proprietà che il plasma e i gas generano nello spazio esterno, producendo cariche elettromagnetiche; considera le comete come esempi di particelle cariche che, entrando nel sistema solare, generano un campo tra la massa solare, caricata negativamente, ( condensatore ) e i clouds elettrici, carichi positivamente, ( CME ).
Questo è molto lontano dalla “classica” descrizione che la scienza “standard” attribuisce alle comete, definendole "palle di neve sporche".
Il lavoro di McCanney è in fase di discussione, con grande serietà, nei circoli accademici di Mosca.
Mc Canney ha dimostrato come le comete, avvicinandosi al Sole, innescano eiezioni di plasma solare; egli vuole asserire che il volume di materiale espulso dalla coda di una cometa è direttamente correlata alla carica del campo generato dal nucleo della cometa.
Anche il fisico australiano Wallace Thornhill con il suo saggio “la cometa elettrica"…”gli astronomi tradizionali considerano come una “pseudo-scienza” l’idea cosmologica secondo cui la formazione e l'esistenza delle varie caratteristiche dell'universo può essere meglio spiegata dall’elettromagnetismo, rispetto alla gravità”… egli indica, quindi, la necessità che la scienza astronomica continui nel suo progresso, verso una totale comprensione delle comete.
Ison comet può quindi essere considerata, di buon grado, come un “catalizzatore” di forte perturbazione solare, che attraverso le sue notevoli dimensioni del nucleo, esercita una considerevole carica elettromagnetica.
Soprattutto il secondo fattore è sintomo che una cometa non è solo costituita da “ghiaccio sporco”, come la Nasa ed alcuni astronomi accademici vorrebbe far credere, ma il nucleo base, di una cometa, risulterebbe invece essere costituito anche da altre componenti fisiche.
Alcuni ricercatori del Max Planck per la fisica extraterrestre e dell'Università di Braunschweig of Technology, hanno ipotizzato che la cometa Lovejoy è riuscita a tenere insieme il suo nucleo attraverso il processo di degasamento sublimato del suo materiale.
Quando una cometa corre vicino al Sole, il riscaldamento e l’aumentato di radiazione solare fa sì che i materiali congelati all'interno del nucleo si sublimino, passando improvvisamente da solido a gas, saltando la fase liquida.
Nel caso di Lovejoy, che era su un percorso diretto verso il Sole, la stessa sublimazione può aver fornito abbastanza forza di reazione, causata dal degasamento (sublimazione) del nucleo vicino al Sole, agendo per tenere assieme il suo nucleo, superando cosi’ la sua rottura, malgrado l’azione delle maree solari.
Utilizzando un'equazione che prende in considerazione le forze combinate di degassamento, la composizione del materiale del nucleo della cometa, la stessa gravità della cometa e le forze di marea esercitate dalla “stretta” che la cometa esercita in prossimità del sole ( limite di Roche), si puo’ evincere il suo passaggio, inalterato, oltre il sole.
Utilizzando questa equazione, il team ha concluso che il diametro del nucleo della cometa Lovejoy è di almeno oltre le 7 miglia; qualsiasi corpo più piccolo avrebbe perso troppo materiale durante il suo passaggio (avendo una gravità troppo bassa), percio’ questo puo’ essere di buon auspicio per il prossimo passaggio della cometa Ison, dato che essa è appunto una supercometa…
Dato che almeno 10 comete radenti, della famiglia Sungrazing / kreutz, hanno raggiunto la visibilità ad occhio nudo nel corso degli ultimi 200 anni; sicuramente un altra grande cometa della famiglia Kreutz è destinata a raggiungerci a breve!
Infatti tra il 14 novembre e il 26 dicembre 2013, Ison comet coprirà la distanza tra il Sole e l'approccio vicino alla Terra ad una velocità di circa 424.000 mph ( 420.000 miglia / ora ).
Ma la domamda che ne segue è: per raggiungere una tale velocità che massa deve possedere la cometa Ison?
Vediamo di scoprirlo assieme.
Nei tre mesi precedenti il 14 novembre 2013 si assisterà l'approccio della cometa Ison al Sole, per accelerare ad una velocità incredibile; il tutto con un’angolazione perfetta, che vedrà la coda della cometa coprire la metà del cielo, in tutta la luce del giorno e le ore notturne, con una luminosità di magnitudo negativa, stimata, di tredici volte quella della Luna piena.
L'universo in cui viviamo è una manifestazione sia di complessità che di organizzazion; un insieme complesso, le cui molte parti sono legati assieme, in rapporti di scambio e di reciprocità, di emmissioni d’energia e di attrazioni.
Mc Canney, ex scienziato della NASA, esperto sulle proprietà che il plasma e i gas generano nello spazio esterno, producendo cariche elettromagnetiche; considera le comete come esempi di particelle cariche che, entrando nel sistema solare, generano un campo tra la massa solare, caricata negativamente, ( condensatore ) e i clouds elettrici, carichi positivamente, ( CME ).
Questo è molto lontano dalla “classica” descrizione che la scienza “standard” attribuisce alle comete, definendole "palle di neve sporche".
Il lavoro di McCanney è in fase di discussione, con grande serietà, nei circoli accademici di Mosca.
Mc Canney ha dimostrato come le comete, avvicinandosi al Sole, innescano eiezioni di plasma solare; egli vuole asserire che il volume di materiale espulso dalla coda di una cometa è direttamente correlata alla carica del campo generato dal nucleo della cometa.
Anche il fisico australiano Wallace Thornhill con il suo saggio “la cometa elettrica"…”gli astronomi tradizionali considerano come una “pseudo-scienza” l’idea cosmologica secondo cui la formazione e l'esistenza delle varie caratteristiche dell'universo può essere meglio spiegata dall’elettromagnetismo, rispetto alla gravità”… egli indica, quindi, la necessità che la scienza astronomica continui nel suo progresso, verso una totale comprensione delle comete.
Ison comet può quindi essere considerata, di buon grado, come un “catalizzatore” di forte perturbazione solare, che attraverso le sue notevoli dimensioni del nucleo, esercita una considerevole carica elettromagnetica.
Immagine rielaborata,
in falsi colori, dall’Osservatorio ISON, a Kislovodsk; nella foto sono evidenziati, con dei cerchi,
alcuni “satelliti” prospicenti le immediate vicinanze del nucleo della Ison.
Tali “satelliti” sono chiamati anche “compagni” del corpo principale ( nucleo ); questo termine fu utilizzato per la prima volta dall’astronomo Harrington (USNO) durante uno studio della cometa Hale Bopp, a Black Birch ( 1991 ).
Tali “satelliti” sono chiamati anche “compagni” del corpo principale ( nucleo ); questo termine fu utilizzato per la prima volta dall’astronomo Harrington (USNO) durante uno studio della cometa Hale Bopp, a Black Birch ( 1991 ).
L’immagine è stata concessa
dall’Astronomo Z.Sekanina, durante la conferenza tenutasi a
Tenerife, nella Canarie 2 / 6 Febbraio 1998, sulla cometa Hale Bopp.
In pratica Sekanina ha evidenziato un “satellite” che orbita attorno al nucleo della Hale-Bopp.
Quindi in base alla misura delle variazioni di luminosita', attorno alla regione nucleare della cometa, è stato possibile postulare la presenza di un satellite del diametro di circa 30 Km orbitante con un periodo di 2-3 giorni, a 180 Km dal nucleo principale le cui dimensioni devono essere di almeno 70 Km, per giustificare la stabilita' del satellite stesso.
Da un riesame delle immagini ottiche dell'HST (cinque immagini riprese da HST nella seconda meta' del 1996: 20 Maggio, 22 Giugno, 25 luglio, 23 Settembre e 17 Ottobre) Sekanina ha incrementato la stima del diametro del nucleo di Hale Bopp portandolo fino a 70 Km; questo si è reso possibile attraverso l’analisi dello studio delle ultimissime immagini infrarosse.
In pratica Sekanina ha evidenziato un “satellite” che orbita attorno al nucleo della Hale-Bopp.
Quindi in base alla misura delle variazioni di luminosita', attorno alla regione nucleare della cometa, è stato possibile postulare la presenza di un satellite del diametro di circa 30 Km orbitante con un periodo di 2-3 giorni, a 180 Km dal nucleo principale le cui dimensioni devono essere di almeno 70 Km, per giustificare la stabilita' del satellite stesso.
Da un riesame delle immagini ottiche dell'HST (cinque immagini riprese da HST nella seconda meta' del 1996: 20 Maggio, 22 Giugno, 25 luglio, 23 Settembre e 17 Ottobre) Sekanina ha incrementato la stima del diametro del nucleo di Hale Bopp portandolo fino a 70 Km; questo si è reso possibile attraverso l’analisi dello studio delle ultimissime immagini infrarosse.
Video:
Nella notte del 20 e del 21 settembre 2012, all'osservatorio ISON / Kislovodsk,
in
Uzbekistan, si era deciso di eseguire un’indagine ottica, in un'unica
area vicino al confine con le costellazioni del Cancro e Gemelli.
Ed è stato qui che si è scoperto, attrverso l’utilizzo di un programma dedicato alla ricerca di neo’s rating, un’oggetto relativamente luminoso, con un movimento lento e insolito.
L’oggetto appartiene alla famiglia Amor ed è stato incluso nella lista PHA del Minor Planet Center.
La distanza minima della sua orbita rispetto alla Terra era di più di 39 milioni di chilometri.
Il team Virtual Telescope continuo’ a monitorare e questa immagine proviene da una serie di fotogrammi ottenuti, in remoto, utilizzando il Plane Wave 17 robitic unit.
L’elevato entusiasmo che circonda la supercometa Ison è senz’altro quello della sua stretta somiglianza con la Grande Cometa dell’anno 1680.
Alcuni degli elementi orbitali della cometa C/2012 S1 (Ison) sono molto simili a quelli della Grande Cometa del 1680; questi valori suggeriscono che le due comete possono essere state generate da un grande frammento, comune, proveniente dallo stesso corpo genitore.
Nelle immagini riprese a Kislovodsk, l’oggetto sembrava molto compatto, ma si rivelo’ essere una cometa che venne poi confermata dallo studio di altre immagini, riprese successivamente da altri telescopi.
La cometa Ison ha ormai passato Giove, guadagnando velocità, e diventando più luminosa di giorno in giorno; entro il primo di ottobre 2013 la cometa intersecherà l’orbita di Marte, ad una distanza molto ravvicinata ( 0,073 UA ) e questo potrebbe comportare una “reazione elettromagnetica” tra i due corpi celesti.
L'orbita di questa nuova supercometa, C/2012 S1 (ISON), è molto interessante; infatti al suo perielio essa si troverà ad una distanza di circa 0,012 UA dalla superficie del Sole.
La Terra passerà, attraverso l'orbita della cometa, il 14 e il 15 Gennaio 2014 e questo potrà comportare un certa apprensione, per eventuali contatti elettromagnetici che la coda della cometa potrebbe intersecare con dei piccoli neo’s, presenti nelle sue vicinanze; inoltre si potrebbe formare una pioggia di meteoriti prodotta dai flussi di detriti della cometa ISON stessa.
Mike Mattei, un’astronomo dilettante, riferisce che la terra passerà sotto la coda della Ison e si troverà in entrata all’orbita della cometa.
Se la cometa sarà grande e molto attiva, come le previsioni sembrano accertare, egli predice che potremmo vedere un aumento dell'attività meteorica, intorno al 14 / 15 gennaio 2014.
Ernesto Guido, del team di astronomi presso l'Osservatorio Remanzacco, in Italia, ha osservato una grande quantità d’attività nel nucleo della cometa, già verso l’autunno 2012; nonostante fosse ancora lontana da Giove
Sergei Smirnov, addetto stampa dell'Osservatorio
Astronomico Osservatorio di Pulkovo in Russia, dice che lo studio della
superficie della cometa ISON, potrà far luce sull'evoluzione dell'Universo.Ed è stato qui che si è scoperto, attrverso l’utilizzo di un programma dedicato alla ricerca di neo’s rating, un’oggetto relativamente luminoso, con un movimento lento e insolito.
L’oggetto appartiene alla famiglia Amor ed è stato incluso nella lista PHA del Minor Planet Center.
La distanza minima della sua orbita rispetto alla Terra era di più di 39 milioni di chilometri.
Il team Virtual Telescope continuo’ a monitorare e questa immagine proviene da una serie di fotogrammi ottenuti, in remoto, utilizzando il Plane Wave 17 robitic unit.
L’elevato entusiasmo che circonda la supercometa Ison è senz’altro quello della sua stretta somiglianza con la Grande Cometa dell’anno 1680.
Alcuni degli elementi orbitali della cometa C/2012 S1 (Ison) sono molto simili a quelli della Grande Cometa del 1680; questi valori suggeriscono che le due comete possono essere state generate da un grande frammento, comune, proveniente dallo stesso corpo genitore.
Nelle immagini riprese a Kislovodsk, l’oggetto sembrava molto compatto, ma si rivelo’ essere una cometa che venne poi confermata dallo studio di altre immagini, riprese successivamente da altri telescopi.
La cometa Ison ha ormai passato Giove, guadagnando velocità, e diventando più luminosa di giorno in giorno; entro il primo di ottobre 2013 la cometa intersecherà l’orbita di Marte, ad una distanza molto ravvicinata ( 0,073 UA ) e questo potrebbe comportare una “reazione elettromagnetica” tra i due corpi celesti.
L'orbita di questa nuova supercometa, C/2012 S1 (ISON), è molto interessante; infatti al suo perielio essa si troverà ad una distanza di circa 0,012 UA dalla superficie del Sole.
La Terra passerà, attraverso l'orbita della cometa, il 14 e il 15 Gennaio 2014 e questo potrà comportare un certa apprensione, per eventuali contatti elettromagnetici che la coda della cometa potrebbe intersecare con dei piccoli neo’s, presenti nelle sue vicinanze; inoltre si potrebbe formare una pioggia di meteoriti prodotta dai flussi di detriti della cometa ISON stessa.
Mike Mattei, un’astronomo dilettante, riferisce che la terra passerà sotto la coda della Ison e si troverà in entrata all’orbita della cometa.
Se la cometa sarà grande e molto attiva, come le previsioni sembrano accertare, egli predice che potremmo vedere un aumento dell'attività meteorica, intorno al 14 / 15 gennaio 2014.
Ernesto Guido, del team di astronomi presso l'Osservatorio Remanzacco, in Italia, ha osservato una grande quantità d’attività nel nucleo della cometa, già verso l’autunno 2012; nonostante fosse ancora lontana da Giove
Aggiornamento dei dati della C/2012 S1 (ISON), gennaio 2013:
I seguenti elementi riguardanti il miglioramento orbitale della cometa Ison, operati da S. Nakano, provengono da 287 osservazioni effettuate dall’anno 2011, fino al 28 dicembre 2012.
Nakano conferma che le perturbazioni
da Mercurio a Nettuno,
assieme a tre asteroidi: Cerere,
Pallade e Vesta, sono state prese in
considerazione.
Le dimensioni della cometa Ison; il suo residuo medio è di + / - 0,36 secondi d'arco.
La cometa Ison passerà a 0,073 UA da Marte, il 1 ottobre 2013,
a 0,43 AU dalla Terra, il 27 dicembre 2013,
a 2,20 UA da Giove, il 25 luglio 2014 ( ritorno ).
Nakano descrive minuziosamente le ephemeridi della cometa Ison, definendola come un “oggetto molto luminoso”:
Ison comet arriverà vicino al Sole tra i 0,013 / 0,012 UA = 2,8 Rsun ( per rimanere dentro il limite di Roche.)
Quando la cometa Ison / sungrazing, arriverà al suo perielio, essa offrirà la possibilità di osservare la composizione del suo nucleo e dei suoi elementi metallici, allo stato fuso.
Analisi test termico e meccanico del nucleo della cometa Ison:
Il satellite Messengers, ha effettuato
diversi esami spettroscopici della cometa Ison, come: EPPS ( analisi spettrometrica delle
particelle energetiche e del plasma),
XRS ( analisi spettrometrica X-Ray del range di energia),
MASCS ( analisi spettrometrica dell’atmosfera e della superficie),e ne sono conseguiti i seguenti valori sensibili, delle sue componenti:
Le dimensioni della cometa Ison; il suo residuo medio è di + / - 0,36 secondi d'arco.
La cometa Ison passerà a 0,073 UA da Marte, il 1 ottobre 2013,
a 0,43 AU dalla Terra, il 27 dicembre 2013,
a 2,20 UA da Giove, il 25 luglio 2014 ( ritorno ).
Nakano descrive minuziosamente le ephemeridi della cometa Ison, definendola come un “oggetto molto luminoso”:
Ison comet arriverà vicino al Sole tra i 0,013 / 0,012 UA = 2,8 Rsun ( per rimanere dentro il limite di Roche.)
Quando la cometa Ison / sungrazing, arriverà al suo perielio, essa offrirà la possibilità di osservare la composizione del suo nucleo e dei suoi elementi metallici, allo stato fuso.
Analisi test termico e meccanico del nucleo della cometa Ison:
XRS ( analisi spettrometrica X-Ray del range di energia),
MASCS ( analisi spettrometrica dell’atmosfera e della superficie),e ne sono conseguiti i seguenti valori sensibili, delle sue componenti:
Mg = Magnesio
Al = Alluminio
Si = Silicio
S = Zolfo
Ca = Carbonio
Ti = Titanio
Fe = Ferro
Link:
Aggiornamento
dati Osservatorio di Remanzacco:
FOTO
Osservatorio Faulkes
Il team dell’Osservatorio di
Remanzacco aveva eseguito un primo follow-up d’osservazioni della cometa C/2012
S1 (ISON), il 28 settembre 2012, in modalità remota, tramite il 2 m, f/10
Ritchey-Chretien + CCD Faulkes Telescope North (Haleakala) in buone condizioni
di visibilità, e in una scala di 0.3
arcsec / px.
Dopo l’impilamento di 13 esposizioni R-filtrate, alla sequenza di 120 secondi ciascuna, la cometa ISON appariva come una macchia di luce “pallida”, leggermente allungata verso sud-ovest.
Si poteva comunque già osservare una certa abbondanza della polvere, all'interno della sua chioma.
Il calcolo che era stato eseguito su questo insieme di dati, utilizzando un paio di stelle di riferimento, aveva portato al risultato di un’indice di colore simile a quello del Sole; cio’ aveva lasciato tutti sconcertati, in quanto il risultato ottenuto testimoniava dei valori differenti rispetto al modello “classico” di una chioma cometaria.
Essi misurarono un valore massimo di 1365 + / - 200 cm, per una corrispondente apertura di quasi 16.000 km di diametro dalla distanza della cometa.
Successivamente, dopo il rilevamento
di questo picco, la quantità dei valori diminui’, raggiungendo un minimo di
circa 900 + / - 200 centimetri per un’apertura da 50.000 a 60.000 km. Dopo l’impilamento di 13 esposizioni R-filtrate, alla sequenza di 120 secondi ciascuna, la cometa ISON appariva come una macchia di luce “pallida”, leggermente allungata verso sud-ovest.
Si poteva comunque già osservare una certa abbondanza della polvere, all'interno della sua chioma.
Il calcolo che era stato eseguito su questo insieme di dati, utilizzando un paio di stelle di riferimento, aveva portato al risultato di un’indice di colore simile a quello del Sole; cio’ aveva lasciato tutti sconcertati, in quanto il risultato ottenuto testimoniava dei valori differenti rispetto al modello “classico” di una chioma cometaria.
Essi misurarono un valore massimo di 1365 + / - 200 cm, per una corrispondente apertura di quasi 16.000 km di diametro dalla distanza della cometa.
Simili valori sono stati rilevati
dall’analisi delle immagini CCD ottenute con il 1,5 mf / 8 riflettore presso
l'osservatorio Majdanak, il 21 settembre 2012 ( per gentile concessione di A. Novichonok,
scala 0,42 "/ px).
Questo comportamento sembrava indicare una “ripida” variazione fotometrica lungo il profilo della chioma della cometa, con un significativo aumento dei valori vicino alla condensazione centrale (cioè entro circa 6 "a 8" del nucleo) che, altrimenti, non sarebbero stati rilevati utilizzando un telescopio amatoriale, sia per motivi di risoluzione che per le condizioni ambientali.
Questo comportamento sembrava indicare una “ripida” variazione fotometrica lungo il profilo della chioma della cometa, con un significativo aumento dei valori vicino alla condensazione centrale (cioè entro circa 6 "a 8" del nucleo) che, altrimenti, non sarebbero stati rilevati utilizzando un telescopio amatoriale, sia per motivi di risoluzione che per le condizioni ambientali.
La conclusione di queste analisi aveva
portato ad asserire che la cometa Ison, C/2012 S1, sembrava essere ancora più
attiva di quanto si potesse pensare!
Valutazione ottica del
diametro del nucleo della Cometa Ison:
Oserrvando la foto realizzata dal
Faulkes Telescope, prodotta il 28 settembre 2012, tramite il 2 m, f/10
Ritchey-Chretien + CCD Faulkes Telescope (Haleakala) e in una scala utilizzata
di 0.3 arcsec / px.; si puo’ asserire che 0,3 arcsecondi ( 0,1 arcsecondo
corrisponde ad una lunghezza di 2300 Km,
ad esempio questa lunghezza corrisponde anche al diametro del TNO Plutone ) equivalgono
ad una lunghezza di 6600 km ( 2300 km =
0,1 arcsecondo x 3 volte = 6600 km ).
Dividendoli poi in scala 1 a 17 /
pixel ( che corrisponderebbero al numero
di volte in cui i pixel costituenti il
nucleo di Ison, presente nella foto del Faulkes Telescope, risultano essere
compresi all’interno di una corda di 0,3
arcsecondi ) il risultato è pari, circa, a =
380 km di diametro.
Il nucleo della Supercometa Ison risulta
quindi essere, dal calcolo dell’esame ottico, pari al diametro di 380 Km, circa!
Per dare un esempio del valore
ottenuto; David Eichler, autore di un prossimo Astrophysical Journal Letters, ha
postulano che una cometa con le dimensioni di Hale-Bopp (con un nucleo di circa
70 km di diametro) potrebbe innescare un’onda di raggi cosmici che generano onde d'urto
abbastanza grandi, tali da avviare una “reazione elettromagnetica globale".
Mc Canney e la Cometa
elettrica:
La natura del nucleo di questa comet,
la C/ 2012/S1(Ison), è davvero particolare.
Il suo nucleo esterno è di tipo “poroso”, caratterizzato da fessure o aperture, e presenta una consistenza del tipo “barriera corallina”; la composizione della sua struttura esterna è di carattere minerale / ferroso.
Un gas o una “polvere rossa” fuoriesce dal nucleo, attraverso le fessure, probabilmente, asserisce Mc Canney, poterbbe essere ossido di ferro, o di anidride solforosa, o di biossido di zolfo (che è di colore rosso).
L’energia statica di questa “cometa” potrebbe rappresentare un “handicap” per la Terra, perché questo “oggetto” possiede una grande riserva di energia elettrica.
Egli prosegue asserendo che non sarà piacevole, per le forme di vita sulla terra essere investite dall’energia statica.
La forza elettromagnetica che potrebbe esercitarsi attorno agli esseri umani rappresenta, attualmente, una delle ricerche che la Nasa sta sperimentando ed analizzando.
Si potrebbe cioè creare, nell’essere umano, un “sovraccarico” del sistema nervoso.
Mc Canney asserisce che la cometa Ison è un tipo di “Planet X” e continua dicendo che ci sono molti altri “oggetti cometari”, che sono già passati o che ancora dovranno arrivare, che possono essere considerati del tipo “Planet X”; cioè quando un corpo cometario “muta” in pianeta .
Egli prosegue poi dicendo che, per le proprietà elettrica delle comete, l’oggetto tipo PX non deve colpire per forza “colpire” la Terra per poter avere effetti devastanti.
L’azione a distanza dell'oggetto non deve essere vicino, per causare “drammatici” cambiamenti alla Terra.
Ad esempio, “l'oggetto” potrebbe interagire elettricamente con il Sole che, eiettando un flares solare, potrebbe danneggerebbe drasticamente il clima terrestre, attraverso tempeste, eruzioni vulcaniche e terremoti.
La Nasa conosce molto bene, conferma Mc Canney, quello che il Sole potrebbe innescare, senza che “l'oggetto” sia nelle vicinanze della Terra. "
Il condensatore solare.
In sostanza, un condensatore mantiene una carica elettrica.
Un lato diventa negativo e l'altro positivo.
Un condensatore necessita di una tensione “esterna” da applicare; McCanney dice che il "condensatore solare" viene caricato con un eccesso di protoni del vento solare, quando entra in frequenza con un corpo cometario ( magnete naturale ) che crea, per reazione, un CME che viene sprigionato dal sole stesso.
Il "condensatore solare" il sistema solare è pieno di un plasma ionizzato, che risulta conduttivo, quindi, a differenza della Terra che presenta solo 2 poli magnetici, il Sole presenta milioni di poli magnetici, tra loro indipendenti, che sono le “porte” di passaggio dei flussi coronali per la generazione dei flares solari.
La supercometa C/2012 S1 (ISON) sarà importante perché sta arrivando in un peiodo in cui i sistemi governativi e l’ente federale astronomico stanno cercando di tenere il “coperchio chiuso” sopra le questioni celesti.
Mc Canney trova sorprendente che la NASA non menziona neppure il passaggio di questa cometa quando incrocerà, nel suo cammino, l’orbita di Marte, intorno al 1 ottobre 2013.
Egli asserisce anche che la Nasa ho osservato questo “oggetto” da molto tempo e, alla fine, hanno deciso di annuciarlo, in quanto hanno pensato che quando il pubblico si accorgerà delle sue dimensioni e della sua natura, veramente particolari; hanno pensato che è meglio giocare d’anticipo per cercare di farlo passare come oggetto “normale”.
Una prova di quanto conferma Mc Canney la si puo’ trovare nel data base del Smithsonian / Nasa, dove adirittura non è possibile consultare neppure l’abstract sulla cometa Ison!
Il suo nucleo esterno è di tipo “poroso”, caratterizzato da fessure o aperture, e presenta una consistenza del tipo “barriera corallina”; la composizione della sua struttura esterna è di carattere minerale / ferroso.
Un gas o una “polvere rossa” fuoriesce dal nucleo, attraverso le fessure, probabilmente, asserisce Mc Canney, poterbbe essere ossido di ferro, o di anidride solforosa, o di biossido di zolfo (che è di colore rosso).
L’energia statica di questa “cometa” potrebbe rappresentare un “handicap” per la Terra, perché questo “oggetto” possiede una grande riserva di energia elettrica.
Egli prosegue asserendo che non sarà piacevole, per le forme di vita sulla terra essere investite dall’energia statica.
La forza elettromagnetica che potrebbe esercitarsi attorno agli esseri umani rappresenta, attualmente, una delle ricerche che la Nasa sta sperimentando ed analizzando.
Si potrebbe cioè creare, nell’essere umano, un “sovraccarico” del sistema nervoso.
Mc Canney asserisce che la cometa Ison è un tipo di “Planet X” e continua dicendo che ci sono molti altri “oggetti cometari”, che sono già passati o che ancora dovranno arrivare, che possono essere considerati del tipo “Planet X”; cioè quando un corpo cometario “muta” in pianeta .
Egli prosegue poi dicendo che, per le proprietà elettrica delle comete, l’oggetto tipo PX non deve colpire per forza “colpire” la Terra per poter avere effetti devastanti.
L’azione a distanza dell'oggetto non deve essere vicino, per causare “drammatici” cambiamenti alla Terra.
Ad esempio, “l'oggetto” potrebbe interagire elettricamente con il Sole che, eiettando un flares solare, potrebbe danneggerebbe drasticamente il clima terrestre, attraverso tempeste, eruzioni vulcaniche e terremoti.
La Nasa conosce molto bene, conferma Mc Canney, quello che il Sole potrebbe innescare, senza che “l'oggetto” sia nelle vicinanze della Terra. "
Il condensatore solare.
In sostanza, un condensatore mantiene una carica elettrica.
Un lato diventa negativo e l'altro positivo.
Un condensatore necessita di una tensione “esterna” da applicare; McCanney dice che il "condensatore solare" viene caricato con un eccesso di protoni del vento solare, quando entra in frequenza con un corpo cometario ( magnete naturale ) che crea, per reazione, un CME che viene sprigionato dal sole stesso.
Il "condensatore solare" il sistema solare è pieno di un plasma ionizzato, che risulta conduttivo, quindi, a differenza della Terra che presenta solo 2 poli magnetici, il Sole presenta milioni di poli magnetici, tra loro indipendenti, che sono le “porte” di passaggio dei flussi coronali per la generazione dei flares solari.
La supercometa C/2012 S1 (ISON) sarà importante perché sta arrivando in un peiodo in cui i sistemi governativi e l’ente federale astronomico stanno cercando di tenere il “coperchio chiuso” sopra le questioni celesti.
Mc Canney trova sorprendente che la NASA non menziona neppure il passaggio di questa cometa quando incrocerà, nel suo cammino, l’orbita di Marte, intorno al 1 ottobre 2013.
Egli asserisce anche che la Nasa ho osservato questo “oggetto” da molto tempo e, alla fine, hanno deciso di annuciarlo, in quanto hanno pensato che quando il pubblico si accorgerà delle sue dimensioni e della sua natura, veramente particolari; hanno pensato che è meglio giocare d’anticipo per cercare di farlo passare come oggetto “normale”.
Una prova di quanto conferma Mc Canney la si puo’ trovare nel data base del Smithsonian / Nasa, dove adirittura non è possibile consultare neppure l’abstract sulla cometa Ison!
Dopo questa veloce carellata sulla
natura elettromagnetica della Supercometa Ison vorrei concludere, per il
momento,con un’interessante intervista rilasciata da Don Yeomens ( Planetary
Scientist ), sull’importanza fondamentale che rivestono le comete e sulla loro
particolare funzione di “portatori di vita”.
Don Yeomens dice che la Sonda Stardus, ritornata dalla missione dopo l’analisi eseguita sulla cometa Temple 1, ha rilevato una bassa percentuale di ghiaccio che ricopriva la superficie del nucleo della cometa analizzata.
La domanda è; da dove proviene tutta la grande quantità d’acqua che viene emessa, una volta accesa la chioma, dalla cometa?
La risposta la si puo’ trovare nella composizione chimica del nucleo stesso ( composto pre-biotico), costituito principalemnte da carbonio, idrogeno, ossigeno e nitrogeno.
Quando il vento solare agisce sul nucleo, il composto interno, sottoposto ad alte temperature, genera delle reazioni gassose che innescano la profilerazione dell’H2O.
Questa composizione di acqua primigenia, sublimata, fuoriesce dalle fessure della superficie solida del nucleo cometario; questo rivestimento esterno risulta essere composto da carbonio, roccia, silicati, minerali e metalli vari.
La cometa è quindi un veicolo celeste che ha la funzione di trasportare questi materiali all’interno del sistema solare, contribuendo all’evoluzione della vita.
Yeomens conferma inoltre che il pianeta Terra è realmente un pianeta d’acqua.
Infatti tutto il pianeta Terra risulta immerso in un film d’acqua, necessario per l’esistenza della vita intelligente.
Un’altra domamda che si pone Yeomens è; da dove proviene e come si è formata tutta questa quantità d’acqua?
La risposta, dice Yeomens, è semplice; la migliore probabilità di reperire H2O nel sistema solare è da ricercarla proprio nelle comete!
La Terra ha subito, milioni di anni fa, un enorme impatto causato da una cometa gigante, delle dimensioni di un pianeta; la prova di questo impatto è da ricercarla nel vastissimo invaso dell’oceano Pacifico, di cui si puo’ leggere ancora oggi l’impronta.
La conseguenza di questo impatto ha generato la formazione delle terre emerse solo nell’emisfero opposto all’impatto stesso.
Di conseguenza attraverso l’azione del calore condensato sulla Terra, si è venuto a generare un film liquido, sprigionato dal nucleo della cometa gigante amalgamatosi con il mantello terrestre.
Tale film liquido, reagendo con i gas pesanti preesistenti sulla “vecchia terra”, cambio’ la morfologia e l’atmosfera del pianeta.
L’acqua delle comete non presenta esattamente la stessa firma chimica presente negli oceani della Terra, ma comunque essa è molto prossima.
Oggi, dice Yeomens, il consenso nella comunità scientifica è pressoché unanime, nell’asserire che una grande quantità d’acqua presente sulla Terra, sia stata generata dalla grande cometa e, quindi, la vita stessa si è, a sua volta, generata con l’avvento cometario.
Don Yeomens dice che la Sonda Stardus, ritornata dalla missione dopo l’analisi eseguita sulla cometa Temple 1, ha rilevato una bassa percentuale di ghiaccio che ricopriva la superficie del nucleo della cometa analizzata.
La domanda è; da dove proviene tutta la grande quantità d’acqua che viene emessa, una volta accesa la chioma, dalla cometa?
La risposta la si puo’ trovare nella composizione chimica del nucleo stesso ( composto pre-biotico), costituito principalemnte da carbonio, idrogeno, ossigeno e nitrogeno.
Quando il vento solare agisce sul nucleo, il composto interno, sottoposto ad alte temperature, genera delle reazioni gassose che innescano la profilerazione dell’H2O.
Questa composizione di acqua primigenia, sublimata, fuoriesce dalle fessure della superficie solida del nucleo cometario; questo rivestimento esterno risulta essere composto da carbonio, roccia, silicati, minerali e metalli vari.
La cometa è quindi un veicolo celeste che ha la funzione di trasportare questi materiali all’interno del sistema solare, contribuendo all’evoluzione della vita.
Yeomens conferma inoltre che il pianeta Terra è realmente un pianeta d’acqua.
Infatti tutto il pianeta Terra risulta immerso in un film d’acqua, necessario per l’esistenza della vita intelligente.
Un’altra domamda che si pone Yeomens è; da dove proviene e come si è formata tutta questa quantità d’acqua?
La risposta, dice Yeomens, è semplice; la migliore probabilità di reperire H2O nel sistema solare è da ricercarla proprio nelle comete!
La Terra ha subito, milioni di anni fa, un enorme impatto causato da una cometa gigante, delle dimensioni di un pianeta; la prova di questo impatto è da ricercarla nel vastissimo invaso dell’oceano Pacifico, di cui si puo’ leggere ancora oggi l’impronta.
La conseguenza di questo impatto ha generato la formazione delle terre emerse solo nell’emisfero opposto all’impatto stesso.
Di conseguenza attraverso l’azione del calore condensato sulla Terra, si è venuto a generare un film liquido, sprigionato dal nucleo della cometa gigante amalgamatosi con il mantello terrestre.
Tale film liquido, reagendo con i gas pesanti preesistenti sulla “vecchia terra”, cambio’ la morfologia e l’atmosfera del pianeta.
L’acqua delle comete non presenta esattamente la stessa firma chimica presente negli oceani della Terra, ma comunque essa è molto prossima.
Oggi, dice Yeomens, il consenso nella comunità scientifica è pressoché unanime, nell’asserire che una grande quantità d’acqua presente sulla Terra, sia stata generata dalla grande cometa e, quindi, la vita stessa si è, a sua volta, generata con l’avvento cometario.
27 - 01 - 2013