domenica 7 aprile 2013


ISON “EMBRIONE PLANETARIO” O “COMETA GIGANTE”?


Foto della Hale Bopp ( 1993 ) scoperta da Mc Naught, nell'archivio
dell'Osservatorio di Siding Spring
 



…"Il modello standard di cometa, intesa come “semplice corpo ghiacciato”, è ormai entrato  in crisi e, oggi piu’ che mai, tutto concorre nel dimostrare l‘infondatezza di questo modello; la Ison è un esempio evidente di questa realtà"…

Solo un corpo celeste “eccezionale” la cui natura primordiale risulta essere molto prossima a quella di un proto-pianeta, con particolari caratteristiche cometarie, poteva soddisfare tutte le condizioni richieste.

Infatti una serie di circostanze, che stanno emergendo attualmente, permettono di affermare che un corpo celeste come la Ison puo’ rientrare, a tutti gli effetti, in una particolare tipologia di Planet X ( Hale Bopp / Harrington ).

 

Sicuramente queste condizioni, o circostanze, non potevano riscontrarsi in tipologie alternative, come ad esempio un pianeta orfano; solo un corpo celeste con una evidente natura cometaria  puo’ assumere un’orbita ellittica, fortemente allungata e stretta, la cui provenienza ( Nube di Oort ) rivela la sua relazione con un altro “sistema solare”.

 

E’ quindi grazie alla natura elettromagnetica della Ison che é garantita un’orbita di tipologia ciclica ( John Matese e Daniel Whitmire suggeriscono l’esistenza di  una stella nascosta chiamata Nemesis, distante un anno luce dal nostro sole, che sta provocando delle perturbazioni all’interno della nube di Oort, spingendo le orbite di migliaia di comete in direzione del centro nostro sistema solare” ).

Indubbiamente questo corpo celeste rappresenta una vera e propria “sfida” al nostro intelletto, in quanto esso va contro tutte le nostre attuali convinzioni e conoscenze astronomiche; la nostra ragione si rifiuta categoricamente di accettare il semplice fatto che il suo nucleo presenti dimensioni piu’ simili ad un TNO o ad un pianeta roccioso di media grandezza.

Ma dove risiede il paradosso in questo ragionamento?

L'incongruenza, o il paradosso, risiede nel fatto che questo corpo celeste non puo' essere paragonato con nessun altro tipo di “cometa” pervenuta precedentemente, infatti la sua natura è talmente "speciale" da spiazzare ogni tipo di ragionamento, in quanto la Ison sta, attualmente, rivelandosi come un corpo cometario "primitivo" costituito da un nucleo di dimensioni importanti,  prossime a quelle di un vero e proprio proto-pianeta.

 

Se per un istante provassimo ad abbandonare una visione “ottocentesca” d’intendere l’astronomia, in cui considerava i corpi cometari ( e quindi  la stessa Ison ) come un semplice ammasso di “ghiaccio sporco”; solo allora potremmo poi comprendere perché il suo nucleo sia composto da differenti materiali quali: roccia, metalli, carbonio, silicati, gas che risiedono al suo interno e, nel cui centro, é presente un “core” completamente metallico ( dati sonda Messengers )...ma queste proprietà non sono riscontrabili anche in un pianeta roccioso oppure in un planetoide?

 

Ecco che allora questa “doppia natura”, riscontrabile nella Ison, puo’ essere riscontrata anche in altri esempi analoghi come, ad esempio, quello dell’asteroide P/2008 R1 noto anche come Cometa Garrad.

 
Non è un caso, quindi, che alcuni corpi della fascia degli Asteroidi, come 133P/Elst - Pizarro oppure P/2005 U1 (Read), mostrino anche una attività cometaria,con una sublimazione che li dota di un aspetto tipico delle comete, con chioma e coda.

Questa ambivalenza è stata riscontrata anche in un asteroide ordinario deniminato 133P / Elst-Pizarro.

L’oggetto in questione aveva rivelato una debole coda, simile a quella di una cometa, fuoriuscita nel 2002, durante la sua fase di perielio.

 Nel 2005 e nel 2008 altri due nuovi asteroidi avevano presentato una coda: P/2005 U1 e P/2008 R1; questa nuova classe di oggetti è stata poi soprannominata:  Main Belt Comets (MBC). 

Questa particolare famiglia di oggetti, proveniente dal sistema solare esterno, fu identificata nei pressi della cintura degli asteroidi di Kuiper; i loro corpi “congelati”, a causa delle basse temperature presenti nello spazio  esterno, sarebbe in grado di evitare la sublimazione per diversi miliardi di anni, se risultassero coperti da pochi metri di polvere cosmica, soffrendo cosi’ di una “morte” precoce.

Solo una collisione permetterebbe di rimuovere la polvere depositata da millenni, innescando  la reazione dell'aspetto cometario.

In quast’ottica risulta particolarmente interessante la proposta di Nader Haghighipour, presso l'Università delle Hawaii, in cui viene esplorata la fattibilità di provocare collisioni ( Deep Impact ) per attivare la stabilità orbitale di questi oggetti nella fascia principale di Kuiper.


 
Un altro esempio analogo di asteroide apparente, con natura cometaria, era ben rappresentato dall’asteroide (596) Scheila, la cui coda era la conseguenza di una collisione con  un altro asteroide piu’ piccolo.

Questo asteroide, scoperto più di 100 anni fa, in realtà era una cometa estinta che sta ritornando alla vita, secondo le nuove osservazioni realizzate da Steve Larson, scienziato appartenente al Catalina Sky Survey.


Egli era alla ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi ( PHA ) quando rilevo’ quella che sembrava essere una debole cometa; ulteriori analisi hanno poi rivelato che l'oggetto era un asteroide conosciuto denominato (596) Scheila.
 

L’asteroide stava cadendo nello spazio, insieme a migliaia di oggetti simili, in direzione della fascia principale degli asteroidi del nostro sistema solare, tra le orbite di Marte e Giove.

La maggior parte degli asteroidi sono frammenti di collisione con asteroidi più grandi presentanti una composizione minerale; Larson ha poi spiegato che una buona parte di questi sono ex-comete appartenenti alla famiglia denominata MBC.

Questa particolare famiglia risulta essere molto interessante, per gli astronomi, perché rappresentano un terzo "serbatoio" di comete, nel nostro sistema solare, distinto dalla nube di Oort e la fascia di Kuiper.


Ultimamente gli astronomi e gli scienziati planetari stanno considerando che una buona percentuale di Near Earth Objects (NEO) non sono quello che sembrano; cioé potrebbero essere degli asteroidi dall'aspetto cometario.

Paul Abell, del Planetary Science Institute, afferma che il cinque o il dieci per cento dei NEO potrebbero essere comete che vengono scambiate per asteroidi; Abell sta quindi studiando il modo per "smascherare" la loro vera natura.

 

Alcuni NEO potrebbero "morire" come comete; perdendo la maggior parte dei materiali volatili che compongono e creano le loro caratteristiche code.

 

Altri NEO potrebbero essere "dormienti "oppure potrebbero mostrarsi con caratterisitche simili ad una cometa, dopo la collisione con un altro oggetto.

 

Attualmente Abell sta utilizzando l'Infrared Telescope Facility della NASA, a Mauna Kea, l'Osservatorio alle Hawaii e il telescopio MMT, sul Monte Hopkins a sud di Tucson in Arizona, per cercare di scoprire, attraverso numerose osservazioni, le firme che separano gli "estinti", dai "dormienti", o dalle "pseudo-comete" , soprattutto per gli asteroidi residenti in prossimità della Terra in quanto potrebbero rappresentare una minaccia se fossero in rotta di collisione con il nostro pianeta.

 

Inoltre questi corpi particolari potrebbero fornire dati sulla composizione e la prima evoluzione del sistema solare, in quanto essi sono dei residui, vergini e incontaminati, conteneti dei materiali primordiali che potrebbero indicare l'origine del sistema solare.

 

Abell asserisce poi che, a differenza degli asteroidi rocciosi, le comete di tipo standard sono strutturalmente piu' "deboli" e rischiano di frantumarsi quando entrano nell'atmosfera, scatenando una esplosione di calore e di onde d'urto che sarebbero molto più devastanti dell'impatto di un asteroide delle stesse dimensioni ( come lo sciame di detriti cometari frantumatosi in Russia nel mese di febbraio di quest'anno ).

 

Combinando i dati orbitali con lo spettro e l'albedo (luminosità) di questi oggetti, Abell spera di identificare quali siano a bassa attività cometaria e, soprattutto, da dove possano provenire.

 

Abell conclude domandosi se tutti questi corpi cometari sono costituiti da una stessa tipologia di materiali, oppure sono di natura diversa?

 

Infatti se invece essi risultassero composti da materiali diversi, in quanto presentantanti firme spettrali differenti tra loro, cio' confermerebbe la ricerca di Abell.

 

Una pietra miliare che confermo', definitivamente, la "doppia natura" dei corpi cometari, fu prodotta dalla missione Stardust, della NASA, nei confronti della Cometa Wild 2.

 

La scoperta consisteva nel fatto che la cometa era composta di "materiale roccioso, simili ad un asteroide".

 

Nel 2004 la sonda Stardust catturo' le particelle sparse nei 5 chilometri da Wild 2; nel 2006 le particelle catturate furono riportate poi sul pianeta Terra per essere analizzate.

 

Gli scienziati avevano scoperto una prova sorprendente e cioè che Wild 2 conteneva del materiale del sistema solare interno ( che era stato riscaldato a più di 1000 ° C per la sua vicinanza al sole ) inoltre essa presentava una composizione più simile a quella ad un asteroide, di quello che ci si aspettava da una cometa.

 

Wild 2 dovrebbe ancora essere considerata una "cometa", perché sta gettando gas e polvere dalla sua superficie, ma i nuovi risultati sostengono l'idea che non esiste una linea netta di demarcazione tra comete e asteroidi.

 

Wild 2 sta cambiando il nostro modo di pensare le "comete."

 

Fred Whipple nel suo recente libro, Il mistero delle comete, scrive: "Un grafico delle orbite delle comete di corto periodo, proiettate sul piano dell'orbita di Giove, mostrerebbe un raggruppamento notevole di questi oggetti.

 

Per questa ragione l'anello descritto dalle loro curve, durante la fase d'afelio, descrive splendidamente l'orbita stessa del pianeta Giove.

 

L'enorme massa attraente di Giove aveva, in qualche modo, raccolto i due terzi di tutte le comete di corto periodo, ragruppandole in un unica famiglia.

 

L'esistenza di processi di espulsione attivi, nel sistema di Giove, dimostra che esso è circondato da comete e meteoriti residenti; la presenza di questi oggetti è facilmente spiegabile grazie al meccanismo d'espulsione causato dalla risonanza persistenete in tutto il sistema gioviano.

 

Ad esempio Van Flandern aveva proposto che la formazione delle comete, dei meteoriti e degli asteroidi era stata provocata dall'esplosione di un pianeta più "antico" del sistema solare, a causa di un qualche meccanismo sconosciuto.

 

Egli preciso' che il numero di "anomalie" riscontrabili nelle caratteristiche del nostro sistema solare può essere semplicemente spiegato solo con un evento del genere.

 

I granuli emessi dalla cometa Wild 2, raccolti e intrappolati nell'aerogel della sonda Stardust, si dimostrarono essere molto più grandi di quanto ci si aspettasse, inoltre essi risultavano composti dagli stessi minerali ,ad alta temperatura, riscontrabili nella maggior parte dei meteoriti.

 

Ecco che allora le prove incominciano ad essere ormai evidenti; anche i corpi di natura cometaria risultano costituiti da rocce di materiale planetario che trovano una comune origine nel nostro sistema solare.

 

Ma c'è di piu', questa "duplice natura" non è tipica solamente agli asteroidi / comete, ma è riscontrabile anche ad alcuni tipi di pianeti rocciosi.

 

Ad esempio, espandendo queste considerazioni anche ad alcuni pianeti del sistema solare ne risulta che, negli ultimi due decenni del 20° secolo, molti scienziati planetari avevano iniziato a parlare di Plutone come "planetesimo" e non più come un "pianeta maggiore" .

 

Plutone presenta dimensioni "modeste" per cui fu, successivamente, declassato come un TNO; ma potrebbe essere considerato anche come una speciale "cometa dormiente".

 

Non è un caso che Plutone, in modo diverso, potrebbe rientrare in differenti categorie come, ad esempio, "pianeta minore" o adirittura "cometa".

Tale "status duplice" già esiste per alcune comete e / o pianeti minori, per cui vengono classificati sia con numeri formali che con nomi, in entrambi le tipologie di classificazione.

 

Attualmente la definizione di "pianeta" sta diventando una questione sempre più complessa, in quanto il significato di questa parola non risiede piu' solo nel fattore dimensionale ( cioè nella definizione di una categoria "maggiore" o "minore" ) ma, piu' semplicemente, la definizione di pianeta risulta essere piu' propriamente legata a quella di "corpo interplanetario in orbita intorno al Sole.

 

Il fatto poi che Plutone non rientri piu' nella categoria di pianeta maggiore, non deve in alcun modo "abbassare" o "diminuire" l'importanza dell'oggetto; l'astronomia non funziona in questo modo, infatti alla luce delle nuove conoscenze astronomiche la cosa puo' essere riclassificata o ridiscussa, in modi diversi, senza per questo creare una "retrocessione" di tipo "politico" che "astronomico"

 

Hal Levison aveva detto a riguardo di Plutone: "Quand'è che un pianeta non è un pianeta?...è molto difficile trovare una definizione significativa, anche perché almeno una mezza dozzina di asteroidi residenti della fascia principale ( insieme a diversi altri oggetti di recente scoperta transnettuniana ) sono "oggetti" sferici di grandi dimensioni che soddisfano anche la definizione di pianeta maggiore; se poi la sfericità puo' esserne il criterio"…

 

Percio' non è possibile definire il sistema solare come qualcosa di definitivo si dovrebbe, invece, considerare il sistema solare come una regione complessa caratterizzata da differenti componenti principali di oggetti, grandi e piccoli, e da una stella (il sole) quattro pianeti giganti gassosi (Giove, Saturno, Urano, Nettuno) con orbite ellittiche generalmente stabili e con inclinazioni basse rispetto all'eclittica, la cui distanza solare (R) varia da 5 a circa 30 UA; i pianeti rocciosi, più piccoli, in orbita intorno al sole all'interno della "fascia degli asteroidi" (Mercurio, Venere, Terra e Marte) con orbite generalmente stabili le cui eccentricità orbitali sono in genere un po 'più piccole di quelle dei pianeti giganti gassosi.

 

In realtà esistono decine di lune che orbitano attorno ai pianeti giganti gassosi; sette di questi satelliti naturali (compresi nostra Luna) sono più grandi di Plutone.

 

Plutone risulta, invece, essere uno dei più grandi oggetti conosciuti appartenente al gruppo denominato Plutini, che rappresenta circa un terzo, o più, di tutte le centinaia di TNO conosciuti; le loro orbite presentano eccentricità moderate, con inclinazioni orbitali che possono essere ben lontane dal piano dell'eclittica.

 

La fascia principale di Kuiper è composta prevalentemente da TNO che non risultano essere in  risonanza con Nettuno ( ad esempio Plutone risulta essere al limite di questa risonanza, 2:3, con lo stesso Nettuno ), ma occorre notare che essi fanno parte, probabilmente, di altri gruppi di “oggetti”, oltre Nettuno; è fondato percio’ pensare che molti di questi “oggetti” possano essere correlati a comete ( infatti questa popolazione è fonte di molte delle comete osservabili ).

Non a caso Cerere era stata considerata, inizialmente, come una cometa, prima di passare a “planetoide” regolare e poi ad asteroide.

Sir William Herschel defini’ gli asteroidi: “corpi celesti che si muovono su orbite inclinate rispetto al piano dell’eclittica, con movimento diretto o retrogrado e possono, o non possono, avere atmosfere e / o con piccole code" ( lo stesso Herschel chiamo’ Asteroidi gli attuali Cerere, Pallas, Vesta e Giunone ).

E’ solo nel 1930 che Plutone era stato chiamato, erroneamente, pianeta maggiore, a causa della ricerca di un Planet X, principale perturbatore delle orbite di Nettuno e Urano.

E’ interessante comunque notare che, dopo queste affermazioni , gli astronomi dell'Osservatorio Lowell avevano avuto qualche dubbio, in quanto pensarono che potesse trattarsi di “un asteroide o uno straordinario oggetto simile a cometa",

 Quindi lo "status duplice" di Plutone è analogo o molto simile a quello di 95P / Chirone, che è stato catalogato sia come cometa che come pianeta minore ( della categoria dei Centauri ).

A seguire vengono riportati degli enuciati estremamente interessanti e non meno curiosi, prodotti da eminenti astronomi, sulla particolare “natura” di Plutone:

“Plutone potrebbe essere un satellite di Nettuno, sfuggito” Lyttleton (1936).

 “Plutone può quindi essere inteso come un accumulo di una cometa o di una grande cometa" F. L. Whipple (1964).

 

Plutone si adatta bene nel presentare una bassa densità cometaria. Si tratta di un nucleo di cometa supedimensionata? " R S Harrington (1980).

“Plutone è come un pianeta insolitamente minore " B G Marsden (1980).

“Plutone non è certo un pianeta, nel senso stretto del termine, potrebbe essere un asteroide brillante, appartenente ad un intero sciame" P. Moore (1984).

“Sembrerebbe più corretto classificare Plutone come un oggetto randagio d’asteroide / cometa" J T Wasson e Kivelson M G (1986).

“ Plutone è un planetesimo ghiacciato; non bisogna consideriarlo come pianeta ma, piuttosto, come tra le più grandi comete aggregatesi " P R Weissman (1986).

“Plutone potrebbe essere classificato, nei calcoli orbitali, come una particella più piccola di un asteroide o di una cometa, o di un meteorite" D I Olsson-Steel (1988).

 

Plutone dovrebbe forse essere chiamato un pianeta minore o planetesimo" P.Fiore (1990).

“Plutone e Caronte sono spesso descritti come i più grandi planetesimi ghiacciati” P R Weissman (1995).

"Embrioni planetari  o Comete giganti" (Plutone e Tritone) – W B Mc Kinnon, J I Lunine e D. Banfield (1995).


Forse Plutone, Chirone e Tritone, insieme a pochi altri oggetti scoperti di recente oltre Nettuno, sono planetesimi formati nella nebulosa solare più di 4 miliardi di anni fa" R.C. Bless (1996).

"pianeti nani di ghiaccio" S A Stern e J. Colwell E. (1997).

 Ecco quindi che tutte le analisi, realizzate da una folta schiera di Astronomi, non fanno sembrare piu’ irragionevoli le teorie di Velikovsky; se poi pensiamo che, nel suo libro “mondi in collisione”, egli descrisse minuziosamente l'evoluzione che ebbe il futuro pianeta Venere prima di diventare parte integrante e stabile della meccanica celeste nel nostro sistema solare.

 

 Per Velikovsky, Venere era, in origine, una proto-cometa ( con caratteristiche di proto-pianeta ) essa venne catturata da Giove che fece deflettere la sua orbita parabolica, divenendo con il tempo stabile in un orbita pressoché circolare.

Ad evidenza di quanto detto sopra, non è un caso che, oltre agli asteroidi, anche il pianeta Venere presento’, nell’agosto del  2010, un’aspetto di tipo cometario.

Il fenomeno duro’ solo poche ore e fu osservato dagli strumenti della sonda ESA Venus Express, lasciando gli scienziati esterrefatti.

In un brevissimo arco di tempo, la coda di plasma della ionosfera di Venere era cresciuta dai 150 / 300 km abituali, fino a oltre 15 mila km.

 

L’influenza elettromagnetica di Venere verso il Sole si è ripetuta ultimamente, il giorno 23 marzo 2013, in una regione attiva del Sole lontano emisfero sud, scagliando un’espulsione di massa coronale (CME).

 

L’oggetto luminoso, visibile nell'angolo in basso a destra delle immagini SOHO C2, è Venere; il CME espulso si è esteso per una lunghezza di 8,4 milioni di chilometri dal Sole.

 

A tutt’oggi l’evidente influenza che Venere possiede nei confronti del Sole, contribuendo a sviluppare notevoli CME denota, senza dubbio, la sua origine di natura cometaria.

Sono proprio questi CME e l’effetto Carrington ad essi collegabili, che potrebbero rilevarsi estremamente dannosi e pericolosi per la nostra magnetosfera.

Era il 4 novembre 2003 ( il giorno di Halloween ) che si registro’ un CME di Classe X 45 ( il piu’ potente mai avvenuto dopo quello del 1859 ) e che investi’ in pieno una porzione del globo terrestre causando seri danni alle comunicazioni satellitari, ai generatori delle centrali elettriche ed ai sistemi GPS che regolavano le rotte di volo degli aereoplani.

Il corpo celeste che causo’ tutto questo “trambusto” si chiamava C / 2002 V1, anche noto con il nome di Neat Comet.
 
 

In realtà, questa cometa era stata scoperta dal programma di monitoraggio Near Earth Asteroids (Near Earth Asteroid tracking, appunto N.E.A.T.), motivo per cui la cometa prese il nome.

Questa volta, il progetto NEAT trovo’ una cometa, piuttosto che un asteroide.

Quando il cronografo SOHO scatto’ questa foto si noto' subito un’espulsione di massa coronale ( CME ), in cui fu si intravede un'oggetto di notevole dimensione.
 

 

 
Esistono prove sufficienti per suggerire che la NASA ha deliberatamente alterato le immagini satellitari raffiguranti la cometa, cambiandone  la sua traiettoria di volo e sottostimandone il suo nucleo. 

L’unico dato veramente importante, che invece la Nasa “nasconde”, cercando di occultare in tutti i modi, è unicamente quello del diametro del nucleo di una cometa; la ragione è semplice in quanto se fossero resi pubblici i dati reali sulle vere dimensioni nucleari, solo di alcune delle comete a noi pervenute, di conseguenza si dovrebbero aggiornare una buona parte dei testi astronomici pubblicati fino ad oggi.

La Neat non fa eccezione, infatti il suo nucleo stimato era pari ad diametro grande quanto la nostra luna ( 3000 Km, circa ).

Non è un caso, quindi, che al momento del suo eventuale perielio, la dimensione esatta della Neat  era diventata una questione di forte polemica,  come è evidente in una relazione del 19 febbraio 2003, in cui la BBC aveva descritto la cometa come " inusuale, in quanto era molto grande e molto luminosa; in realtà, era la più brillante cometa mai osservata da uno strumento.

 


Secondo le “proiezioni di volo” della NASA, la cometa Neat avrebbe avuto un flyby con il  sole, continuando la sua orbita senza avere un impatto apprezzabile sia sul sole stesso che sulla Terra.

Invece, come previsto, la cometa Neat appariva molto grande, con alcune stime del suo coma ( coda cometaria ) fino a quattro volte la dimensione di Giove, pur presentando un nucleo come quelle di un pianeta; le sue reali dimensioni erano molto prossime a quelle del pianeta Mercurio.

 

Poco prima di quello che potrebbe sembrare un “impatto critico”, le immagini del cronografo SOHO / LASCO 3 si fermarono per  sette ore, quando ripresero, l'immagine successiva mostra che la fiamma solare ( CME ) era scomparsa, e quello che sembravano essere i resti di un taglio “grezzo” dei fotogrammi.

 

Sorprendentemente, una seconda serie di immagini sono apparse, quasi due giorni dopo, mostrando che la cometa NEAT era ancora nelle vicinanze del sole e continuava ad interagire con esso; le immagini, provenivano da SOHO LASCO 2, mostrarono un “oggetto” forse il core della  NEAT, o frammenti di esso, che stava per essere espulso dal sole stesso.

 

La cosa inquietante è che quando si indaga sugli sciami meteorici o sui detriti cometari, accaduti nel 2003, non vi è alcuna menzione della cometa Neat !

Secondo un elenco completo degli sciami meteorici e delle comete, ad essi associati, durante il loro passaggio vicino alla Terra, nel 2003, si puo’ notare che l'ultima pioggia di meteoriti è stata quella delle  Quadrantidi, tra il 1 e il 6  gennaio dello stesso anno, ma nessun sciame risulta essere associato con la Neat.

 
 
Invece l’interazione tra lo sciame meteorico e la cometa Neat esiste e avviene il 1 marzo di ogni anno.

Ma c'è dell'altro ancora, ci sono ulteriori importanti considerazioni da tenere in conto, forse ancora piu' rilevanti dell’analisi dei singoli “oggetti”; ma procediamo con ordine.

 

Brian Geoffrey Marsden, 1937 / 2010, rivesti' l'incarico di Direttore del MPC della Nasa; egli calcolo' le origini delle comete appartenenti alla famiglia Kreutz, come la Ison,  e scopri' che i corpi cometari di questa famiglia ( denominate Sungrazing, cioé' con perielio molto ravvicinato al sole ) derivavano tutti da un corpo Progenitore primitivo.

 

Le comete Kreutz appartengono ad una famiglia di comete che sono le maggiori

 

imputate al timore che siano solo una parte di una gigantesca “cometa oscura”, o corpo Progenitore, che si starebbe avvicinando a noi.

Inoltre Mardsen era grande amico sia dell'emerito Alfvén, massimo esperto del comportamento “elettrico” dei corpi cometari, sia di Sekanina che, dopo lo stesso  Mardsen, é il piu' grande studioso vivente capace di calcolare la complessa orbitazione di una cometa.  

Da un suo studio risalente all'anno 1967, Mardsen fu il primo che riusci’ a ricostruire e quindi a ripercorrere la “storia orbitale” della famiglia Kreutz sungrazer per identificare il corpo  Progenitore.

Da questo studio egli scopri' che tutti i membri conosciuti della famiglia Kreutz, dalla sua origine fino al 1965, avevano inclinazioni orbitali quasi identiche e cioé di circa 144°, nonché valori molto simili tra loro per la longitudine del perielio di 280 / 282 °.

Marsden poi che le comete della famiglia Kreutz possono suddividersi in due gruppi, con elementi orbitali leggermente diversi, il che implica che la famiglia è il risultato di una frammentazione avvenuta, molti secoli prima, in piu' di un perielio.

Cosa significa questo?

Semplicemente che questa famiglia di corpi cometari, in origine, derivava da un unico corpo Progenitore che ha subito, una frammentazione, o meglio, uno scontro con un altro corpo di pari dimensioni ( cioè Nemesis ), un mini sistema solare che è ciclicamente collegato al nostro e di cui la Ison è un proto-planetoide dalla natura cometaria, risultata da questa frammentazione stessa.

Questo denota anche che il nostro sistema solare è divenuto, nel tempo, un sistema binario.

Prima di passare all’analisi vera e propria sulle ultime caratteristiche rilevate nella Ison, approfondirei l’aspetto, non meno importante, della formazione degli sciami meteorici o, per la precisione, cometari, infatti essi sono il risultato del residuo di detriti rilasciati dal passaggio dei corpi cometari, nelle varie epoche.

Cio’ si deve all’intuizione dell'astronomo italiano Schiaparelli che comprese la periodicità degli sciami meteorici nel corso dell’anno.

Infatti il ritorno periodico degli sciami è dovuto all'attraversamento annuale da parte della Terra di zone in cui numerose comete hanno depositato, nel corso di milioni di anni, cospicue quantità di frammenti e particelle rocciose.

Per comprendere al meglio la connessione esistente tra gli sciami meteorici e i corpi genitori ( cometari ) dello stesso sciame, gli astronomi ricorrono frequentemente allo studio degli effetti denominati Poynting-Robertson ( per le particelle di dimensioni fino a 10 cm ) e Yarkovsky ( nei corpi con dimensioni tra 10 cm e 100 m ).

L’effetto Poynting-Robertson consiste in una complessa interazione tra radiazione incidente e particella rocciosa che innesca, per effetto Doppler, un processo che tende a frenare la particella stessa.

Al contrario l’effetto Yarkovsky, meglio noto come "effetto razzo", consiste in un piccolo effetto propulsivo innescato dalla liberazione di particelle gassose dalla superficie di una cometa, o di un asteroide, dovuto all’intensa radiazione solare che surriscalda il corpo stesso.

 

Uno tra gli esempi piu’ eclatanti sulla periodicità degli sciami è ben rappresentato dalle Geminidi ( nome dalla sorgente puntiforme all'interno della costellazione dei Gemelli ) insieme alle Quadrantidi, sciami meteorici più importanti provenienti da una cometa.


Le meteore di questo doccia sono in movimento lento, può essere visto nel mese di dicembre, le Geminidi sono stati osservati nel 1862 ( anno della grande cometa del 1860 ) molto più recentemente di docce ad altri come le Perseidi (36 dC) e le Leonidi (902 dC).

Ci sono prove storiche, tuttavia, che le Geminidi sono stati osservati per oltre 500 anni.

Un importante passo avanti nella comprensione di questo sciame meteorico è stato fatto nel 1947 da F.L.Whipple, il quale era stato coinvolto nel Progetto Meteor Harvard, analizzando le meteore associate alle Geminidi egli trovo’ un periodo orbitale di soli 1,65 anni, nonché una alta eccentricità e una bassa inclinazione.

Tale orbita attiro’, in seguito, l'attenzione di M. Plavec che, nel 1950, teorizzo’ come principale origine del torrente delle Geminidi una cometa madre, di breve periodo orbitale.

 

Le Geminidi sono state separate da una cometa parabolica, durante il suo passaggio ravvicinato al sole.

Un possibile candidato della cometa parabolica delle Geminidi, viene considerata, da Plavec, la grande cometa del 1680.


L. Kresak rafforzo’ il legame della grande cometa del 1680 alla formazione del sciame meteorico delle Gemminidi.


L'11 ottobre 1983, nel corso di una ricerca di oggetti in movimento tra i dati raccolti dall’IRAS, S. Green e JK Davies avevano trovato un’asteroide in rapido movimento in Draco.

La sera dopo, C. Kowal (Palomar Observatory, California, Stati Uniti) ha confermato il corpo

L'asteroide ha ricevuto la designazione preliminare 1983 TB.

Con i primi calcoli orbitali di Whipple, nel 1983, l'International Astronomical Union Circular aveva confermato che questo asteroide aveva un spostamento con un’orbita identica a quella del flusso di meteore Geminidi.

 Ulteriori osservazioni hanno confermato il legame e l'asteroide finalmente ricevuto la designazione permanente di 3200 Fetonte.

Questa era la prima volta che un asteroide è stato sicuramente legato ad una pioggia di meteoriti e serve quindi come un importante collegamento tra comete e sciami meteorici.

Per spiegare il flusso meteorico è stato ipotizzato che la 3200 Phaethon sia in realtà un "Comet Rock".

La "comet rock" è un’ipotesi  interessante, ma Jewett, constato’ che la quantità di polvere espulsa da 3200 Phaethon era insufficiente per garantire la massa del flusso di detriti Geminidi.

Le Geminidi rappresentano la massima espressione delle piogge meteoriche.

Eppure 3200 Phaethon è più di un debole 98 – IB Type.

3200 Phaethon era stato immediatamente classificato come un asteroide; ma che altro potrebbe essere?

Gli Asteroidi che compongono la fascia esterna degli asteroidi di tipo IB, come 3200 Phaethon, sono composti di carbonio e ferro e sarebbe parte della nube degli oggetti che apparterrebbero allo sciame di PX / Nibiru; catturati nell’ultima orbita 3600 anni fa.

Questa categoria, assieme alla famiglia d’asteroidi di tipo C, come Pallas,  indica la variazione di dimensioni che fanno parte dello sciame PX / Nibiru; esso va da 5 km a 500 km.

Questo sciame di nuovi di ”oggetti” possono colpire la Terra in qualsiasi momento; buona parte di questi, come la famiglia di meteore delle Gemminidi, possono essere legate al movimento orbitale della  C/2012 S1 (ISON).

 

L‘ipotesi che la cometa C/2012 S1 (ISON) è la “casa madre” della annuale pioggia di meteore Geminidi, significherebbe che essa era già passata in precedenza;  rafforzando ulteriormente il fatto che proveniendo dal quadrante della costellazione di Cancer (attiguo a quello della costellazione di gemini ) possa essere una dei molti compagni, di tipologia PX, appartenenti all’orbita del grande Perturbatore Nemesis.

 

Riassumendo, le caratteristiche della pioggia meteorica della nube che interseca l’orbita terrestre, quali: densità, dimensione media dei corpi e composizione chimica, determinano la natura dello sciame:

Il primo parametro che influenza una pioggia meteorica è la densità della nube; ossia se essa è molto densa di corpi, allora si assisterà ad una pioggia  molto ricca di meteore ( per spiegare meglio questo concetto si ricorda la storica pioggia delle Leonidi del 1966, in cui la Terra attraversò la parte più densa della nube, che genero’ una pioggia con un tasso orario di meteore visibili a occhio nudo di circa 144.000 eventi / h ).

Il secondo parametro che influenza una pioggia meteorica è la dimensione media dei corpi presenti nella nube; se i corpi che impattano con l’atmosfera sono molto grandi (dell’ordine di qualche metro) generano i cosiddetti “bolidi” ossia meteore di dimensioni notevoli che a loro volta danno vita, nell’impatto, a scie molto luminose (con magnitudini fino a -8 / -10) accompagnate spesso da onde sonore distintamente udibili come crepitii e piccole esplosioni.


Il terzo parametro fondamentale è la composizione chimica dei corpi che determina la colorazione e le caratteristiche delle scie luminose; la chimica insegna che gli elementi fondamentali durante la combustione generano componenti cromatiche diverse.
 

Le principali colorazioni che assumono le scie meteoriche sono la classica bianco-azzurra e la rosso-gialla, fino a sfumare a colorazioni tendenti al verde.

 
Come evidenziato nella tabella, la cosa veramente interessante è che gli sciami sono presenti e persistenti per tutto l’anno.

 

Ad esempio lo sciame delle Orinidi sono relazionate con quello dell'Aquaridi, in quanto la cometa che le sottende è niente dimeno che la Halley.

 

Ecco, allora, che dopo aver analizzato le caratteristiche dello sciame appartenente alle Gemminidi e nell’aver  poi constatato l’eventuale influenza della Ison sullo sciame medesimo, si puo’ poi introdurre finalmente il concetto di MOID ( Minimum orbit intersection distance ): minima distanza tra la terra e la Ison, che avverrà in prossimità del giorno di Santo Stefano, il 26 Dicembre 2013 ( un mese dopo il suo perielio, il 28 novembre 2013 ) dove inizieremo a sentire gli “effetti” dei detriti residenti nello sciame della coda della Ison a partire dalla seconda settimana di gennaio 2014.


Possibile sciame meteorico connesso con la cometa:

"…La piccola MOID tra l'orbita della cometa e quella della Terra rende possibile l'esistenza di uno sciame meteorico originato dalla cometa ISON. I calcoli indicano che questo sciame meteorico dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: data del massimo attorno al 16 gennaio, velocità geocentrica 50,75-51,47 Km/s, radiante (durante il massimo) in 10 H 12 M di ascensione retta e +16,8° di declinazione, un punto del cielo compreso tra le stelle Eta e Gamma della costellazione del Leone: lo sciame si dovrebbe manifestare, se realmente esistente, il 16 gennaio 2014, dopo il passaggio della cometa...

 
Il MOID fornito da Wikipedia risulta essere di: 0,4268 UA, ma non è aggiornato.

Invece la stima attuale calcolata dal JPL / Nasa risulta essere sensibilmente diminuita e, se non vi saranno altre future correzioni, essa è pari a: 0,0232 UA ( quasi la metà ), cioè 3.479.302 Km, circa.



Chiaramente anche se la stima della distanza minima è stata aggiornata, diminuendo di molto, l’eventuale rischio per la Terra sussiste in presenza di un eventuale sciame di detriti che la Ison si porterà appresso a se ( fase di Perigeo prevista entro il 10 gennaio 2014 ) ma il quadro della situazione potrebbe cambiare di molto se il nucleo risultasse poi frantumato, una volta eseguito il perielio, proprio perché il diametro risulta essere pari a quello di un pianeta medio.


Quindi l'ultima stima, aggiornata dal JPL, del MOID praticamente é come se corrispondesse a 11 volte, circa, la distanza Terra / Luna ( 300.000 Km ). 


Qualsiasi sia l'entità dello sciame, che ci passerà sopra la testa, nelle prime 2 sett. di Gennaio 2013, saremo presi comunque di "mira", senza ombra di dubbio...

La Nasa, conoscendo molto bene la situazione, si comporta presentando un “aplombe” fuori dal comune, dirigendo sapientemente le informazioni a livello mediatico e adirittura istituendo un gruppo di esperti per  organizzare un comitato che prende il nome dalla stessa cometa: Comet ISON Observing Campaign (CIOC) per organizzare una campagna osservativa, al fine di coordinare gli sforzi attraverso le strumentazioni terrestri e spaziali.

La campagna osservativa, non si limiterà alle osservazioni con i grandi telescopi terrestri, ma coinvolgerà anche la rete spaziale: entreranno in azione le sonde SOHO, STEREO, SDO, che normalmente studiano la superficie solare, i telescopi spaziali Spitzer, Chandra e Hubble, così come le sonde Deep Impact, JUNO, Messenger, Mars Odyssey e Curiosity ( in realtà, la sonda Deep Impact ha già iniziato il suo lavoro ).

La sonda della NASA ha scattato le sue prime foto della cometa nel mese di Gennaio.

Per fornire una previsione più dettagliata bisognerà attendere il mese di Agosto, quando comincerà la vera e propria sublimazione del materiale.

... Invece dalla Nasa non trapelano altre notizie in merito alla dimensione del nucleo Ison; ultimamente la Nasa ha confermato ufficialmente  che esso risulta essere di appena  5 km, circa...ma se fosse veramente  piccolo come loro asseriscono, allora perché tutto questo dispiegamento di forze e strumentazioni e, soprattutto, come potrebbe possedere una luminosità tale da uguagliare la nostra luna piena ?

Tabella di stima di magnitudo minima, prodotta dall’Astronomo Seiichi Yoshida.
 
 


Quindi la domanda corretta, da porsi, è la seguente: se sappiamo che Hale Bopp al suo perielio del 1997 presento’ una magnitudo di – 1, possedendo un nucleo di 70 Km; come è possibile, invece, che la Ison è stimata, al suo perielio per il 29 novembre 2013, con una magnitudo negativa di – 6 circa, quando invece la Nasa assicura che il suo nucleo presenta un diametro di appena 5 km?

Salta subito all’occhio la palese incongruenza che poi denota una contraddizione risultante da  una volontà di copertura di questo “oggetto” celeste.

Infatti se tutti gli ambienti astronomici sono concordi nell’asserire che la Ison sarà “ the comet of century”, allora perché si ostinano a rivendicare che il suo nucleo è solo di 5 km…questo comportamento è assurdo, se non irresponsabile, perché denota una chiara volntà di deviare l’attenzione sottostimando, di molto, l’effettiva realtà delle cose!

Nella tabella  sottostante risultano invece prodotte le ultime osservazioni realizzate, nel mese di Marzo, dall’Astronomo P. Clay Sherrod, il cui commento è assolutamente interessante:


Observations of c2012 S1 ISON

 
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OBSERVED   M1  DIAM   DC    PA       Observer

 
28-02-2013    16.2     8''     7/9   99d   P. Clay Sherrod

 
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0.51m ASO astrographic DK, f/4.9 +ccd binned 2x2.

"Comet in twilight and moon rising in east; comet is losing strong nuclear concentration.
Tail is 18" length in PA 99 deg, very thin and tapering"

 

Soprattutto é molto interessante leggere l'osservazione eseguita sulla Ison, in data 28 03 2013, in cui si stima che il suo diametro nucleare è stato rilevato essere di 8'' arcsec ( contro i 5 km dichiarati dalla Nasa ), mentre  la lununghezza della coda è di 18'' arcsec:..."La cometa é nel crepuscolo e la luna nascente est; la cometa sta perdendo la forte concentrazione nucleare. La sua coda è di 18 " di lunghezza in PA 99 gradi, ed é molto sottile e affusolata"...

Questa osservazione realizzata dall’Astronomo Sherrod, in data 28 03 2013, è d'importanza fondamentale perché conferma che la magnitudo della Ison si stia indebolendo in questo periodo.

" COMET IN TWILIGHT AND MOON RISING IN EAST; COMET IS LOSING STRONG NUCLEAR CONCENTRATION. TAIL IS 18'' LENGHT IN PA 99 DEG. VERY THIN  AND TAPERING."

Il che sta a significare che la cometa Ison sta perdendo la sua concentrazione nucleare, in quanto il suo coma sta passando da uno stato discoidale / ellittico ad uno stato presentante una coda vera e propria molto sottile e affusolata, con una lunghezza di 18’’ arcsecondi.

Il fatto poi che la cometa sia ancora relativamente distante dal sole fa si che i suoi gas, contenuti al suo interno,non risultano essere ancora sublimati dal vento solare, il cui calore prodotto non è ancora sufficiente nel portare a regime la temperatura della sua  “fornace” interna.

Oltretutto è bene ricordare che il suo nucleo presenta una tipologia Proto-planetoide, quindi lo spessore della “crosta” esterna è ancora molto resistente.

L’albedo non puo’ ancora essere stimata con esattezza perché esso dipenderà dall’emissione dei gas interni; percio’ bisognerà attendere  fino ad agosto / ottobre ( inizio della fase d’incrocio con Marte ) quando i gas sulfurei risulteranno completamente sublimati.

Per rendere piu’ chiara la situazione sull’iindebolimento della magnitudo che sta attraversando la  Ison  in questo periodo, riporto una tabella con i valori Afrho, fino al giorno 23 - 03 - 2013.


Molti astronomi si stanno domandando se effettivamente la Ison riuscirà a mantenere le aspettative promesse; questo è il commento dell'Astronomo Emily Lakdawalla, del Gruppo Ison / Yahoo:

 

..."Sembra potenzialmente molto interessante. L'orbita è molto ben determinata. Possiamo dire, con assoluta certezza, che arriverà molto vicino al sole (circa 0,012 UA ) il 29 novembre 2013. A quel punto, potrebbe essere molto luminosa, come alcune comete sungrazing in passato (ad esempio, Ikeya-Seki nel 1965, e la C/2006 P1 McNaught nel 2007).

Quindi siamo abbastanza sicuri di dove sta andando. La parte incerta (come sempre con le comete) è la luminosità. Mi aspetto che sarà almeno come C/2006 P1.

Penso nello stesso modo di David Levy che ha detto che le comete sono come i gatti: esse hanno la coda, e fanno ciò che vogliono. In questo momento, si trova a circa 4 UA di distanza.

 

Le comete a volte si "accendono" quando arrivano a circa 2,5 UA, con un improvviso aumento di luminosità.

Ho visto un po 'di speculazione, su ciò che questa nuova cometa potrebbe apparire dopo il perielio.

Qui le cose si fanno ancora più imprevedibile, così, io le darei circa una probabilità del 30% di essere eccitante, contro una probabilità del 60% che cado in errore. In altre parole, sarà sicuramente da tener d'occhio"…

Un altro astronomo Sandor Szabo, sempre appartenete allo stesso gruppo di Yahoo, precisa:


…"sempre più spesso la mia visione, riguardo questo oggetto, si sta spostando dall’eccitato al preoccupato.

Qual è il problema con questo oggetto? Inizialmente ci sembrava normale, ma con
il passare del tempo, è diminuita un p’o’ di luminosità; ora i dati implicano che, nonostante stia diminuendo la distanza eliocentrica, la coda della Ison non è ancora illuminata in misura evidente.

 

L’astronomo David Seargent, il 19 marzo, scrive sempre nello stesso gruppo, questo aggiornamento…" Stiamo assistendo a un tuffo nella luminosità totale e le dimensioni del coma ( chioma ) della cometaé passata da una grandezza massima di 15.7, di due settimane fa, ad una misura odierna di 16.1 e 16.2.... L'intensità complessiva e le dimensioni sono in diminuzione in questo momento"…

Lo stesso astronomo assieme al suo amico, l’astronomo Daniel Fischer, richiama l'attenzione su un'analisi realizzata dall’astrofisico Ignacio Ferrin ( Colombia ), esperto di comete; egli asserisce che esiste una probabilità del 75% che ISON abbia già subito il suo rallentamento di luminosità, il che significa che dovrebbe essere sulla strada giusta per poi risultare, al suo perielio, con una magnitudo di  -12 .

Ferrin continua nella sua analisi dicendo:.."La ragione di cio’ è che la potenza lunimosa descrive una curva abbastanza ripida, aumentando ad un tasso di 4,35 R…abbiamo calcolato la temperatura dell'oggetto al suo perielio e risulta essere di T = 2900 ° K ( sufficiente a fondere il piombo e ferro )…la cometa penetrerà la “regione proibita” definita come limite di Roche e qualsiasi oggetto entro limite di Roche ha una grande probabilità di desintegrarsi a causa di differenziali forze gravitazionali dal sole. Le combinazioni del limite di Roche, assieme alla  radiazione solare e alla temperatura molto elevata, suggeriscono che la cometa non otrebbe  sopravvivere al suo incontro con il Sole, disintegrandosi in vari pezzi…oppure potrebbe  sopravvivere, se la sua coesione interna è sufficiente a sopportare queste condizioni"…


Sempre l’astronomo David Seargent, continua descrivendo un’analisi molto appropriata e in tema sulle possibilicause del momentaneo abbassamento luminoso della Ison:

…”ho pensato un po ' sulla dissolvenza apparente di questa cometa e della formazione della sua coda. Continuo a pensare che il cambiamento di fase della luminosità coincida con una trasformazione di stato della cometa stessa. La cometa era già attiva, in una certa misura, a partire dalla fine del 2011 e probabilmente anche di piu’. Si puo’ quindi supporre che le particelle di "polvere" depositata sulla superficie ( particelle di ghiaccio in larga parte) è stata poi liberata realizzando cosi un coma di polvere relativamente brillante ( normalmente il nucleo di una cometa o di un’asteroide presenta un rivestimento di polvere cosmica e ghiaccio dello spessore di diversi metri ) il calore innescato dalla velocità del corpo cometario crea  una pressione superficiale che favorisce il rilascio della “polvere” e la pulizia progressiva della superficie”...”Una volta che la polvere di rivestimento del nucleo è in via di esaurimento il suo coma o coda, nonché la sua luminosità, va via via scemando, forse questo è quello che sta succedendo. Se questa è la causa del comportamento anomalo della cometa, la sua progressiva vicinanza al sole innescherà la sublimazione dei gas interni al nucleo che verranno emessi piu’ velocemente rispetto alla loro espulsione, la coda, mutata nella forma, e la luminosità riprenderanno, progressivamente."...

L’astrofisico Ferrin ha realizzato una tavola con la magnitudo stimata per l’anno 2013 / 2014.



Dopo l’esposizione di questo corollario di supporto all’anlisi della cometa Ison, si puo’ ora procedere con lo studio delle sue attuali caratteristiche.

Una premessa importante va comunque fatta; per poter ottenere una stima piu’ attendibile e veritiera “dell’oggettoIson sono state prese in esame solo le foto realizzate negli ultimi mesi del 2012, quando la Ison era ben lontana dal Sole e, quindi,  non era rilevabile una grande  “contaminazione” da parte della sua chioma ( perché ancora debole ed in fase di formazione ).

In base alle considerazioni fatte precedentemente la Ison rientra anch’essa, a tutti gli effetti, nel doppio elenco: Asteroide / Cometa, infatti fino al 24 settembre 2012 essa era ancora catalogata come Asteroide (AS03D20 ), nell'archivio NEOCP del Minor Planet Center; la sua “duplice natura” è quindi confutata.

A causa del cambio di “natura” della Ison, era stata cambiata la sua denominazione e, quindi, anche la sua catalogazione all’interno del data base del MPC.

Infatti ora il suo vecchio codice identificativo non risulta piu’ esistente all’interno del data base.

 

La fotografia dimostra come la Ison, in data 21 settembre 2012, era ancora classificata come Asteroide AS03D20, con la denominazione di “potential new comet”.

Nella foto originale prodotta dal Majdanak Observatory ( l’Osservatorio russo che fa parte del circuito I.S.O.N. e scopritore dell’oggetto in esame ) evidenzia molto bene le dimensioni del nucleo ( ingrandimento del riquadro in alto a dx ) oltre tutto si puo’ intravvedere un flebile accenno del suo coma.

Pero’ già nel mese di ottobre 2012 la classificazione che la faceva rientrare come asteroide scompare nel data base del MPC.

 

 
Continuando con lo studio del corpo celeste Ison, nel sito dell'astronomo Alfons Diepvens si puo' leggere: " Mentre l'oggetto AS03D20 era ancora sulla pagina NEOCP ( il 24 Settembre 2012  10:55 UT ), ho fatto alcune osservazioni il gg. 23 / 09 e 24 / 09. I miei dati astrometrici sono stati trasmessi al MPC. Ho potuto misurare una FWHM maggiore di 5,7 arcsec per questo oggetto, mentre altre stelle dello stesso ordine di grandezza hanno una FWHM di 4,1 arcsec. Quindi questo oggetto era probabilmente una cometa. Il diametro di questo oggetto era di circa  12 arcsec sulle immagini" ( chiaramente era stata considerata anche la coda ).

 
Nell’ultima foto spettrometrica prodotta dall’Astronomo Diepvens, il 14/03/2013, si nota molto bene la chioma della Ison ed il Nucleo stratificato nei vari colori ogniuno dei quali rappresenta un materiale ben preciso.

 

 
Ad esempio la chioma della Ison ( C/2012 ) presenta una lunghezza di 28 arcsecondi e risulta essere di un colore spettroscopico ( verde ) che corrisponde ad una composizione chimica di gas sulfureo / ossido ferroso ( quindi nello spettro luminoso la coda apparirà di colore rosso.

Invece il cerchio interno risulta essere di un colore spettroscopico (nero), che corrisponde ad una composizione chimica di roccia , metallo e minerali inorganici ( crosta esterna del nucleo ).

 

Infine al centro del nucleo compare un colore spettrometrico ( rosso ) che corrisponde ad una composizione chimica di ossido di ferro / titanio ( serbatoio interno al nucleo dove sono alloggiati i gas residenti in via di sublimazione ).

 

Il diametro del nucleo è di 4.2 arcsecondi che corrispondono a 13.140 Km ( il suo diametro risulta quindi essere, circa, come quello della Terra ) la distanza, momentanea, dal sole è di 4.094 AU.

 

E' interessante notare anche il cambiamento ( di forma e di taglia ) della coda della Ison, in linea con le ultime analisi fatte dagli astronomi Ferrin / Ladkawalla / Szabo, riportate precedentemente (infatti la coda è molto piu' affusolata e sottile).

 

Ancora non è possibile conoscere la massa del nucleo ( anche se si ipotizza essere di una tipologia molto prossima a quella ferrosa / rocciosa.)

 
Esempio diagramma spettrometrico di una stella base.

Ritornando allo studio delle foto realizzate nel 2012 in cui il nucleo della Ison era ben visibile, perché la produzione del suo coma era ancora in fase "embrionale"; l’Osservatorio Xingming  (MPC C42) realizzo’, in data  17 / 10 / 2012, una foto eccezionale in cui il nucleo è perfettamente osservabile, mentre la chioma è ancora in fase formativa.
 

La coda presenta una lunghezza di 8.8 arcsecondi, ma il dato piu’ interessante in questa foto è che la dimensione del nucleo risulta essere già stata calcolata, dall'Astronomo cinese M.T.Hui, in Km e corrisponde a = 15.618 Km / Nucleocentric ! (  Vedere i dati scritti dall'Astronomo, nel rettangolo nero, all'interno della foto, nella parte alta ).

Questa dimensione espressa già in KM é molto importante, in quanto toglie ogni dubbio di stima e sbugiarda quella attuale dei 5 KM espressa dalla Nasa!
Nell’ingrandimento, sono visibili una serie di satelliti / detriti soggetti all’attrazione del nucleo della Ison ( corpuscoli di colore arancio ).

 


 


Concludo con il riportare l’ultima foto in falsi colori, del  02 / 04 / 2013, prodotta dell’astronomo Diepvens in cui si evidenzia come la lunghezza della chioma sia diminuita a 25 arcsecondi, che risulta essere in linea con le previsioni dell’Astronomo Sherrod.

 

 

Riassumento le analisi fatte fino ad ora, emerge in modo chiaro come il nucleo della Ison sia di natura proto-planetaria  / asteroidale, con una composizione chimica del tutto differente da un corpo ghiacciato, anzi, la sua firma chimica è del tipo: roccioso / minerale / metallico, evidenziando cosi’ la sua particolare duplice natura di “Asteroide / cometa”.

Ma la cosa piu’ importante consiste nel fatto che il diametro del nucleo non è assolutamente di  5 Km, come asserisce la Nasa in un ultimo suo articolo, ma bensi’ molto piu’ grande, almeno  quanto quello terrestre ( le foto della Ison evidenziate in questo blog e, soprattutto, quella realizzata dall'astronomo cinese M.T.Hui, in cui scrive il diametro del nucleo della Ison corrispondente a 15.618 Km / Nucleocentric, mentre la chioma delle polveri misura un diametro di 31.236 Km; sono una chiara testimonianza fotografica. )

In effetti la stima dei valori espressi dall'astronomo Hui, possono venire interpretati nel seguente modo: e cioé che Nucleocentric Radius p = 15.618 Km sia da intendersi come distanza ( espressa come raggio ) dal centro del nucelo ( nucleocentric ) della Ison, rispetto alla sua chioma ( coma ).
Piu' precisamente é tutto l'insieme della di polvere che compone la chioma, prodotta dal corpo cometario, rispetto al centro del suo nucleo.


Quindi, in pratica, 15.618 Km sono da intendersi come Raggio (R) della distanza che va dalla superficie esterna della chioma ( composta dalle polveri ) al centro interno del nucleo della Ison.
Percio' 15.618 Km ( raggio ) x 2 ( diametro ) =
31.236 Km di diametro della chioma.( Ricordiamoci anche che l'astronomo Hui ha fornito una dimensione della lunghezza della coda cometaria di 8'' arcsec ).

Percio' osservando la fotografia prodotta dall'astronomo Hui, si puo' notare molto bene che la chioma presenta una dimensione pressoché doppia rispetto al nucleo centrale di colore rosso,quindi se prendessimo la metà di questo valore  ( 31.236 Km ), otterremmo un diametro apparente del nucleo di = 15.618 Km! 

Se poi prendessimo, invece, la terza parte (1/3) e non piu' la metà di questo valore ( 31.236 Km ), otterremmo un diametro assoluto, verosimile, del nucleo della Ison pari a = 10.412 Km!
Il fatto poi che la Nasa confermi un dato assolutamente fuori di ogni logica, soprattutto per l’evidenze fotografiche prodotte, fino ad oggi, da diversi Osservatori astronomici che palesano dimensioni assolutamente ben al di sopra dei 5 ridicoli Km espressi dall’Ente Spaziale US, è sintomo che esista una chiara ed evidente volontà di sottostimare e di sminuire l’importanza dell’evento finale della prima settimana di gennaio 2014, quando lo Sciame Cometario incrocierà la Terra, lambendola inesorabilmente..passandoci sopra le nostre teste.

Esiste anche un altro fattore che evidenzia la particolare “anomalia” della Ison e cioè il mutamento di dimensione e di forma della coda è indicativo della sua evoluzione; la sua sagoma assottigliata e affusolata rileva una “cambio di stato” del nucleo ( Sherrod / Seargent ).

Normalmente sarà dall’incrocio con Marte ( il 1 ottobre 2013 ) che la Ison dimostrerà la sua vera natura di “Supercomet” intorno ai 2,5 UA dove il calore prodotto dal Sole, trasmesso e perpetuato poi dal vento solare, produrrà l’innesco definitivo della sublimazione dei gas interni per un’espulsione massiccia e continua, fino a culminare nel perielio ( del 28 novembre 2013 ) che confermerà una Magnitudo negativa.

Skywalksurvey

 

 

 


5 commenti:

  1. Breaking News Ison:

    ...Ritornando ai valori in Km espressi dall'astronomo Hui, si puo' fare la seguente considerazione: e cioé che Nucleocentric Radius p = 15.618 Km sia da intendersi come distanza dal centro del nucelo ( nucleocentric per l'appunto ) della Ison rispetto alla sua chioma.

    Piu' precisamente tutto l'insieme della produzione di polvere del corpo cometario ( chioma ) rispetto al suo centro ( nucleo ).


    Quindi, in pratica, 15.618 Km sono da intendersi come Raggio (R) della distanza che va dalla superficie esterna della chioma ( composta dalle polveri )al centro interno del nucleo della Ison.

    Percio' 15.618 x 2 = diametro della chioma di 31.236 Km.

    ( Ricordiamoci anche che l'astronomo Hui ha fornito una dimensione della coda cometaria di 8'' arcsec ).

    Percio' osservando la fotografia prodotta dall'astronomo Hui, si puo' notare molto bene che la chioma presenta una dimensione pressoché doppia rispetto al nucleo, di colore rosso,quindi se prendessimo anche solo la terza parte (1/3) e non la metà di questo valore( 31.236 Km ) otterremmo un diametro verosimile del nucleo della Ison pari a = 10.412 Km!

    Alla prossima,

    Skywalksurvey

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  2. Breaking news

    Fireballs US:
    http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/834
    http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/833
    http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/852

    Skywalksurvey

    RispondiElimina
  3. Breaking NewS

    Fireballs US:

    http://www.amsmeteors.org/fireball_event/2013/858

    Skywalksurvey

    RispondiElimina
  4. Breaking News:

    Le seguenti pioggie meteoriche che dovrebbero essere attive questa settimana:

    ..."Attività di Puppids Pi (PPU) inizia questa settimana da un radiante situato in 07:04 (106) -44. Questa zona del cielo si trova in Puppis centrale, cinque gradi a sud-ovest della terza magnitudine di Sigma Puppis. Questa zona del cielo si puo' osservare meglio, non appena diventa buio durante le prime ore della sera. Non ha importanza la tua attuale posizione, i tassi saranno bassi, nella curva d'attività i fireballs saranno di uno ogni ora. Gli osservatori situati nel sud del mondo hanno una vista migliore di questa attività, in quanto il radiante si trova più alto nel loro cielo di sera. 18km/sec., le Puppids Pi produrrebbero meteore di velocità molto lenta.

    La Sigma Leonidi A (LES) è il primo dei due rami di questa pioggia. Questa pioggia è stata notata da Terentjeva (1990) nella sua analisi di 554 orbite di fireballs. Questo particolare ramo è attivo dal 08-16 aprile, durante la sua massima attività si verificano alla sera del gg. 10. Il radiante si trova attualmente vicino 13:20. Tale posizione in realtà si trova nel centro di Virgo (non di Leo), cinque gradi a est della grande terza stella Auva (Delta Virginis). Il radiante è nella posizione migliore vicino 0100 quando si trova più in alto, sopra l'orizzonte. Questa pioggia è attualmente la più forte nel cielo, producendo una media di due sciami di pioggia, all'ora, mentre il radiante è ben alto nel cielo. Questa pioggia può essere vista ugualmente bene da entrambi gli emisferi e può essere parzialmente responsabile per i fireballs di aprile. 22km/sec. questa doccia produrrebbe meteore di velocità lenta...



    RispondiElimina
  5. ...Il secondo ramo (B) della Sigma Leonidi (LES) si attiva il gg. 18 aprile e dura fino al 26. Massima attività non è fino al 20 aprile. Il 18, la posizione di questo radiante in 13:28, che pone anche lastella centrale di Virgo, sette gradi a nord est di terza magnitudine Auva (Delta Virginis). Il radiante è nella posizione migliore vicino 0100 quando si trova più alto sopra dell'orizzonte. 20km/sec. questa doccia produrrebbe meteore di velocità lenta.

    La grande Anthelion (ANT) radiante si trova attualmente alle 14:28. Questa posizione si trova in Bilancia occidentale, cinque gradi a ovest della magnitudine, terza doppia stella nota come Zubenelgenubi (Alpha 2 Librae). Queste meteore possono essere viste per tutta la notte, ma il radiante è nella posizione migliore nei pressi 0200 LDT quando si trova sul meridiano ed è più in alto nel cielo. In quel periodo dovrebbe essere vicini a due per ora. Con una velocità d'ingresso di 30 km / sec. la meteora media, Anthelion sarebbe di velocità lenta.

    Attività dalla pioggia Lyrid (LYR) è rilevabile prima il 18 aprile e la pioggia raggiunge attività massima dopo quattro notti. Il gg. 18 il radiante si trova alle 18:00. Questa zona del cielo si trova effettivamente in Ercole orientale, due gradi a sud-est della debole stella nota come Theta Herculis. Questa posizione si trova anche otto gradi a sud-ovest della brillante stella Vega, a zero magnitudine, (Alpha Lyrae). Il radiante è nella posizione migliore poco prima del sorgere del sole, quando il radiante si trova più alto nel cielo. Mentre meteore Lyrid possono essere visti in entrambi gli emisferi, il nord è favorito quando il radiante si trova molto più alto nel cielo. Nelle prime fasi della curva d'attività, sarebbe basso, meno di uno per ora. 48km/sec. le Liridi produrrebbero meteore di velocità medio-alta.

    Juergen Rendtel e Sirko Molau hanno scoperto un precedentemente sconosciuto radiante attivo in questo periodo dell'anno, al confine Lyra-Cygnus. IMO doccia # 59 è attivo dal 13-19 aprile con massima attività si verificano il 16. La posizione di massima attività si trova in 19:27 (292) +37, che lo colloca al confine Lyra-Cygnus, solo tre gradi a sud-est delle stelle gemelle, di quarta magnitudine, Eta e Theta Lyrae. Attività di massima, dovrebbeRO essere meno di uno per ora. Con una velocità d'ingresso di 45 km / sec. la meteora media, di questa doccia, sarebbe di velocità media.

    Studi del database dei video dell'IMO con Sirko Molau e Juergen Rendtel hanno rivelato un debole radiante attivo nella costellazione del Cigno in questo periodo dell'anno. Il Nu Cygnids (NCY) sono attivi dal 2 aprile al 4 maggio con massima attività si verificano il 18 aprile. L'attuale posizione radiante si trova alle 20:28. Questa posizione si trova nel centro di Cygnus, due gradi a sud della seconda stella nota come Sadr (Gamma Cygni). I tassi di pioggia dovrebbero essere vicino a questa stella, durante l'ultimo paio di ore prima dell'alba. Mentre risulta ben posizionata per l'emisfero nord, questa pioggia radiosa è mal vista dal sud del mondo. 42km/sec. le Cygnids Nu produrrebbero meteore dalla velocità media.

    L'ultima del Delta Aquiliids (DAL) può essere vista in questo fine settimana. Questa debole pioggia è attiva, dal 5 aprile fino al 13, con una massima attività che si verifica alla mattina del giorno 11. Questo flusso è stato notato da Peter Jenniskens ed è menzionato nel suo libro Sciami meteorici e le loro Comete Parent. Di recente è stato verificato nel database dei video IMO producendo bassa attività durante il periodo sopra indicato. Il radiante si trova attualmente vicino 20:48. Tale posizione in realtà si trova nel centro di Delphinus, due gradi a sud della stella doppia Gamma Delphini. Il radiante è nella posizione migliore, in un cielo buio prima dell'alba. I fireballs dovrebbero essere meno di uno per ora e si vedranno ugualmente bene da entrambi gli emisferi. 66km/sec., questa doccia produrrebbe meteore di velocità alta"...

    Skywalksurvey

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